ANNI ‘70 tra Argentina e Italia: nasce Comuna Nucleo, l’esperienza dell’ospedale psichiatrico, l’arrivo a Ferrara.

All’inizio degli anni ’70 Cora Herrendorf e Horacio Czertok diventano co-fondatori del gruppo Comuna Baires. Nel febbraio del 1974, in seguito al sequestro di Czertok da parte di un commando armato delle Tre A, Comuna decide di fuggire in Italia, mentre Czertok e Herrendorf restano in Argentina, fondando la Comuna Nucleo e la rivista Cultura.

Il gruppo teatrale sviluppa fin da subito progetti interdisciplinari con impatto sociologico e culturale. Si propone come laboratorio di ricerca dell’arte dell’attore e produttore di progetti interdisciplinari con impatto sociologico e culturale. Si impegna con le istituzioni con una ricerca teatro-terapeutica, attraverso l’organizzazione di attività e seminari con operatori socio-sanitari, per realizzare programmi riguardo le malattie di origine socioculturale o le tossicodipendenze. A ciò si affianca un lavoro di divulgazione teatrale, con la realizzazione e distribuzione della rivista Cultura, da cui derivano le principali risorse economiche del gruppo.

Nel 1975 a Buenos Aires la Comuna Nucleo crea Herodes, di Horacio Czertok. Lo spettacolo mette in scena la tortura, il terrore, la dittatura, l’Argentina. La rappresentazione, in scena poi in Italia, causa un forte clamore nell’opinione pubblica che lo definisce esasperatamente violento, scandaloso. Ugo Volli lo descrive come una “metafora elementare del potere”, che per l’elevato livello tecnico e artistico richiama alla mente il teatro povero di Grotowski e “a momenti il miglior Living”. Lo spettacolo viene portato in tournèe in Italia e in Europa: al Festival “Incontroazione” di Palermo, al Festival delle Nazioni di Belgrado e al Primo Convegno Nazionale dei Gruppi di Base, “L’uso del teatro nel territorio” a Casciana Terme, al Festival Nazionale dell’Unità di Modena, nel 1977.

Lo spettacolo di Cora Herrendorf diretto da Horacio Czertok, Chiaro di luna, si trova in tournée europea quando, nel marzo del 1976, in Argentina irrompe la dittatura militare. Costretti a vivere una situazione di esiliati, senza la possibilità di svolgere la loro attività teatrale nel paese d’origine, gli attori decidono di lavorare in Italia.

Nel 1977 Czertok e Herrendorf realizzano un progetto di animazione presso l’ospedale psichiatrico Rizzeddu di Sassari, con l’idea di proporre alla cittadinanza, attraverso la convenzione della festa, una nuova e naturale diversa considerazione dell’ospedale psichiatrico, “perché domenica non vieni a giocare fra i matti?”. Questa esperienza si inserisce in un momento storico in cui si discutono nuove prospettive e aperture delle strutture manicomiali, in rottura con le convenzioni terapeutiche. Dopo il progetto a Sassari, ricevono da Antonio Slavich, direttore dell’ospedale psichiatrico di Ferrara, la proposta di impiantare un laboratorio teatrale nel suo ospedale. Da quel momento la compagnia diventa portavoce della battaglia per l’apertura dei manicomi. Da questa esperienza nasce nel 1979 il loro primo spettacolo di strada: Luci.

Il gruppo torna in America Latina nel 1978 per partecipare all’ “Encuentro Interlatinoamericano de Teatro de Grupo” in Perù. L’evento dell’Unesco è un’occasione di incontri, dibattiti e laboratori, in cui Cora Herrendorf presenta il suo Monologo, un violento esercizio gestuale sui temi della condizione femminile. Tuttavia, le minacce di esponenti della dittatura militare argentina costringono il Nucleo a tornare in Italia, questa volta per stabilirsi definitivamente.

Il gruppo si ingrandisce, con alcuni attori ferraresi, e si stabilisce a Ferrara nel 1978, in un ex-reparto dell’Ospedale Psichiatrico concesso dalla direzione e gestito in convenzione col Comune. Il gruppo si occupa, oltre che degli spettacoli, di numerose attività collaterali: progetti pedagogici, attività in ospedali psichiatrici, attività in quartieri emarginati, e iniziative rivolte ai bambini, ai giovani, alle scuole e alla formazione professionale di altri gruppi teatrali della regione. Queste attività e le tematiche in esse affrontate saranno la guida di tutta l’attività di Teatro Nucleo.

L’impegno per la comunità suscita l’interesse di vari organi culturali ferraresi, dai docenti universitari agli operatori sociali e sanitari, gli artisti e l’associazionismo democratico.

Il FestivalIncontro del Teatro di Gruppo” del 1979 nasce dalla richiesta di aiuto dell’assessore alla cultura di Copparo, Marco Tani, che lamenta la mancanza di interesse della popolazione per il teatro e l’intenzione di abolire la rassegna teatrale locale. Gli attori si riversano per le strade di Copparo, trasformandola in crocevia di esperienze teatrali alternative. Il successo dell’iniziativa, che prevede seminari, dibattiti, mostre, proiezioni e spettacoli, stimola gli organizzatori a ripetere l’esperienza negli anni successivi, fino al 1982, con la partecipazione di artisti provenienti da tutto il mondo.

GLI ANNI ’80 – stagioni teatrali fatte di spettacoli e laboratori, ma anche collaborazioni internazionali

Teatro Nucleo dal 1980 si impegna nella costruzione del nuovo spettacolo I Funesti e ad avviare la propria programmazione teatrale.

Gli spettacoli teatrali non rappresentano l’unico ed esclusivo campo d’interesse: si organizzano diversi incontri pedagogici con altri gruppi e artisti, come il seminario internazionale sulla propria metodologia, in collaborazione con lo Svenska Institutet, il corso sulla costruzione delle maschere balinesi, con l’antropologo Klaus Tams, i laboratori gestiti dalla direttrice del Ballet Negro del Perù Victoria Santa Cruz. Inoltre ospitano il Teatro del Sole di Milano e il Teatro Libero di Palermo, i quali ebbero la possibilità di presentare i loro spettacoli.

La sede del Teatro Nucleo si afferma come luogo privilegiato dell’incontro teatrale con la promozione nel 1980 del “Progetto Odin Teatret”. Eugenio Barba ed il suo gruppo tornano in Italia dopo anni di assenza, presentando diverse prime.

Cora Herrendorf organizza “Donne del teatro di gruppo”, che, attraverso seminari teatrali, spettacoli-incontro e laboratori, si rivela un luogo di riflessione, anche carica di autoironia, sul rapporto della donna con il lavoro creativo. È dello stesso anno la messa in scena di Clowns, diretto da Cora Herrendorf e Horacio Czertok.

Nell’ottobre del 1981 il Teatro Nucleo partecipa al V Colloquio Internazionale del Teatro di Gruppo a Zacatecas in Messico, presentando con successo il proprio spettacolo Eresia

Nel 1982 il gruppo organizza il progetto regionale “Maestri e Margherite”, seguito dalle iniziative seminariali, laboratoriali e spettacolari del Teatr Laboratorium di Wroclaw, loro ospite.

Nonostante la perdita dello spazio del Teatro nel 1983, la compagnia realizza numerosi spettacoli, tra cui Sogno di una cosa, terminato in un casolare di campagna nel quale il gruppo trova momentaneamente uno spazio. Lo spettacolo nasce in realtà dalla messa in scena di un altro spettacolo del 1982, Romanzo di Lupi, dal dramma di Ramon de Valle-Inclan e diretto da Horacio Czertok. Sempre nel 1983 la compagnia presenta Fa male il tabacco, di Czertok, un’allegoria cechoviana sulla decadenza di “corpus et anima”.

Per tutto il 1983 il Teatro Nucleo sceglie di portare i propri spettacoli all’estero, aprendo il periodo delle loro grandi tournée, come lo spettacolo Incontro con Anna, dal Diario di Anna Frank, diretto da Cora Herrendorf e portato sul palco del Festival of Fools nei Paesi Bassi. L’anno dopo il Teatro riprende la sede di via Quartieri.

Nel 1985, Teatro Nucleo, su richiesta della Maison de la Culture d’Orléans, crea Operazione Fahrenheit, spettacolo-evento di strada di tipo agit-prop ispirato al romanzo di Ray Bradbury, Fahrenheit 451, che coinvolge attivamente la popolazione locale in un grande “gioco teatrale” nel quale realtà e finzione si confondono creando curiosità e confusione. L’Operazione viene replicata ben 7 volte, fino al 2008, in diverse città d’Europa arricchendosi di volta in volta di nuovi elementi che il rapporto stretto con il pubblico produce.

Nel 1986 Teatro Nucleo dà vita all’iniziativa “Rosa in ottobre”, dedicata a Rosa Luxemburg, Media Luz e la rassegna “Percorsi di teatro”, promossa dal Teatro Comunale.

Tra il 1987 e 1988 Czertok crea a Basilea il Théatre Effet, con attori svizzeri suoi allievi, con i quali realizza lo spettacolo Schwarze milch, su testimonianze del processo di Francoforte agli assassini di Auschwitz.

Il 1989 è un anno importante: il gruppo partecipa alla realizzazione del progetto internazionale “Mir Caravane”, in occasione del Bicentenario della Rivoluzione francese. Una carovana di teatro formata da duecento teatranti riuniti in nove distinte compagnie teatrali che avviano un viaggio lungo sei mesi con partenza da Mosca raggiungendo Leningrado, Varsavia, Praga, Berlino, Copenhagen, Basilea, Losanna, Blois e Parigi. Dall’esperienza nasce uno spettacolo collettivo, Odissea ’89. Il progetto nasce da un’esigenza comune: trovare un luogo dove i gruppi potessero convivere a lungo, fuori dalle leggi del mercato, confrontarsi direttamente con gli spettatori senza la mediazione di organizzatori o critici. Nonostante le difficoltà che il progetto deve affrontare, soprattutto per i finanziamenti spesso negati, il risultato è un successo e l’utopia si realizza.

Tornati a Ferrara, gli attori del Nucleo traslocano dalla sede di via Quartieri all’ex-Cinema Po di Pontelagoscuro, del quale attendono a lungo l’avvio ai lavori di ristrutturazione dei locali per trasformarlo in un luogo d’incontro artistico e culturale, crocevia di esperienze. 

GLI ANNI ’90 – la conferma dei valori e i premi internazionali

Gli anni ’90 sono all’insegna dei presupposti ideologici fino ad ora perseguiti dal Teatro Nucleo: la trasmissione dell’esperienza teatrale, il laboratorio come spazio dialettico d’incontro, di confronto tra persone, di conoscenza degli altri e di se stessi attraverso la pratica teatrale.

Nel 1990, in occasione del bicentenario della pubblicazione della prima versione del Faust di Goethe, la rete televisiva tedesca ZDF realizza nove ore di programmi ad esso dedicati, Faust auf Faust. Teatro Nucleo viene invitato a realizzare un proprio intervento in diretta, con regia e drammaturgia di Horacio Czertok.

All’inizio del 1991, il gruppo realizza il progetto pedagogico permanente Segnali di vita, che prevede laboratori e seminari teatrali, e varie iniziative nel campo del teatro nelle terapie. In quell’anno si crea una collaborazione fra il Teatro Nucleo e la comunità Exodus, ideata da Don Antonio Mazzi, volta al recupero di giovani tossicodipendenti. Il primo risultato si realizza con lo spettacolo Icaro presentato nella Piazza Municipale di Ferrara nel giugno 1992.

Nel 1992 il Teatro Nucleo, invitato all’Expo di Siviglia, presenta il nuovo spettacolo di strada, Quijote!, Lo spettacolo viene accolto da un enorme successo, basti pensare al Premio della Critica 2002 al Festival Cervantino di Guanajuato (Messico) e le oltre 400 repliche in Italia, Spagna, Germania, Francia, Polonia, Inghilterra, Irlanda, Grecia, Austria, Svizzera, Belgio, Olanda, Serbia, Colombia, Messico, Corea, Argentina, Uruguay.

Il 1993 è un anno importante per i progetti pedagogici e laboratori teatrali portati avanti dal Teatro Nucleo, sotto la direzione di Horacio Czertok, in collaborazione con il neonato Centro Teatro Universitario dell’Ateneo di Ferrara, fondato e diretto da Daniele Seragnoli. Si apre così una nuova programmazione del teatro che prevede la collaborazione con molteplici realtà istituzionali, sperimentali e di ricerca universitaria.

Nel 1995 la Regione Emilia Romagna riconosce il Teatro Nucleo come “Teatro Stabile e Centro di Produzione Teatrale”. In convenzione con il Teatro Comunale di Ferrara, produce Il Gabbiano di Anton Cechov. Lo spettacolo fa parte della rassegna “Percorsi nel teatro”, promossa dal Teatro Comunale con il contributo progettuale del Nucleo e del Centro Teatrale dell’Ateneo. Questa organizzazione avvia una molteplicità di iniziative teatrali, dagli spettacoli a laboratori e seminari, incontri e scambi tra intellettuali e artisti. 

L’anno successivo il Teatro Nucleo mette in scena un nuovo spettacolo per gli spazi aperti, Tempesta, diretto da Cora Herrendorf, rappresentato nel 1998 a Ferrara nell’ambito del progetto “Nella memoria. Percorso di cultura ebraica fra teatro, musica, storia e testimonianza”, che ebbe l’encomio del Presidente del Consiglio Romano Prodi. La DGB, il sindacato unitario dei lavoratori tedeschi, invita il gruppo a presentare Tempesta nella commemorazione della ‘Notte dei cristalli’ nel ex-campo di concentramento di Dachau.

Nel 1998, il Teatro Nucleo è ospite a Frankfurt Oder, in Germania, dove il Kleist Theater dedica la sua rassegna Sommertheater ’98 all’intera produzione di spettacoli per gli spazi aperti del gruppo italiano: Quijote!, Francesco (1992), Mascarò (1994) e Tempesta. Per due settimane si succedono spettacoli, seminari e discussioni, incontri con gli studenti, e un convegno sul tema delle politiche teatrali nell’Europa unita che vede riuniti artisti, politici e studiosi.

Le nuove produzioni del gruppo trovano l’appoggio del Comune di Ferrara, come Guernica, il nuovo spettacolo di strada del Nucleo, che si presenta al pubblico l’anno successivo, co-prodotto dal Kleist Theater e dal Teatro Comunale di Ferrara.

Durante l’estate Horacio Czertok partecipa al progetto di teatro itinerante Le Voyage des Comédiens, esterno al Teatro Nucleo, occupandosi della regia di Come vi piace di Shakespeare. Un’impresa che viaggia per la Francia per cinque mesi, promuovendo un teatro che si afferma nomade, in cerca di un proprio spettatore tra la gente delle strade, delle piazze. L’impresa è costituita dal Théatre Mobile, ideato da Nicolas Peskine della Compagnie du Hasard di Blois, in grado di contenere 400 spettatori, una tenda di Cabaret-Théatre per 50 artisti in azione.

Nel 1999 nasce il CETT (Centro per il Teatro nelle Terapie) e a Horacio Czertok viene riconosciuto il lavoro nel campo della formazione e dell’handicap mentale con la docenza di Teatro nelle Terapie alla Clinica Psichiatrica dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Nello stesso anno agli attori vecchi e nuovi si affianca una nuova compagine, il Teatro Garabombo, costituito da un gruppo di giovani formati dal Teatro Nucleo nell’ambito di un progetto di formazione finanziato dal Fondo Sociale Europeo.

Nel 1999, per la prima volta dopo l’esilio, il Teatro Nucleo ritorna a Buenos Aires con Tempesta, per una settimana di rappresentazioni nel popolare quartiere di Parque Chacabuco, con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura e del Municipio di Buenos Aires. La risposta degli spettatori è entusiasta, l’accoglienza al gruppo affettuosa.

Le iniziative pedagogiche del Teatro Nucleo in questi ultimi anni si arricchiscono attraverso le esperienze di “Zona Creativa”, la scuola di teatro dedicata ai giovani, e “L’Attore Sciamano”, laboratorio teatrale per la formazione di operatori teatrali nel sociale, ancora oggi attivo.

GLI ANNI 2000 – le nuove iniziative, il ritorno in Argentina, il nuovo Teatro Julio Cortazar

Alle esperienze pedagogiche si affiancano le nuove creazioni teatrali del gruppo, con la direzione di Cora Herrendorf: Vocifer/azione, concerto teatrale basato sui testi di Eduardo Galeano, omaggio ai popoli d’America, nel 2000; nel 2001 Frankenstein, spettacolo per gli spazi aperti ispirato al romanzo di Mary Godwin Shelley, entrambi co-prodotti dal Teatro Comunale di Ferrara, e Anna Frank.

Dal 2001 Czertok è docente di teatro nelle terapie della Clinica Psichiatrica dell’Università di Ferrara. Il percorso pedagogico “L’attore sciamano”, progetto interdisciplinare rivolto ad operatori sociali e persone di teatro, viene adottato come seminario formativo per il Corso di laurea in Tecnici per la riabilitazione psichiatrica dell’Università di Ferrara.

Nello stesso anno la compagnia mette in scena Mascarò a Buenos Aires, nel parco di un quartiere tra i più popolari, Parque Avellaneda, ospiti di un gruppo locale nell’ambito di un Festival di teatro di strada. Un momento importante, lo spettacolo è dedicato allo scrittore desaparecido Haroldo Conti, in un Paese che ancora non è riuscito a fare i conti con la dittatura militare.

Festeggiando i trent’anni dalla fondazione del Teatro Nucleo, il gruppo realizza un nuovo spettacolo, Hamlet-Nucleo, tratto dalla tragedia di Shakespeare e diretto da Horacio Czertok. Attraverso le intuizioni e le immagini del Teatro Nucleo l’opera si trasforma per permettere al gruppo di parlare di sé, festeggiare una vita offerta al Teatro.  Il gruppo mette in scena l’itinerario e le tematiche affrontate nella storia del Teatro: la pazzia, il lavoro dell’attore, il discorso sulla società del proprio tempo, le ideologie, le guerre, il tema della memoria e della fedeltà alla propria tradizione, la fede, non solo in senso religioso, ma la fede nell’arte, la fede nell’altro, l’amore.

Nel 2004 Quijote! è presentato in Argentina, a quindici anni del debutto, dieci giorni di spettacoli offerti agli spettatori di Buenos Aires nel Centro Cultural del Sur nel popolare quartiere di Barracas, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e la Municipalidad de Buenos Aires.

Nel 2005 l’ex-cinema Po è inaugurato ufficialmente con il nome di Teatro Julio Cortazar, alla presenza dell’ambasciatore argentino, il vicegovernatore della Ciudad de Buenos Aires, il Sindaco di Ferrara e l’Assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna. È la nuova sede del Teatro Nucleo. Le pareti a sud e a nord sono state illustrate da murales realizzati da pittori del quartiere della Boca, di Buenos Aires.

In questi anni sono molte le iniziative che Teatro Nucleo porta alla luce. “Il paese che non c’è”, diretto da Antonio Tassinari a Pontelagoscuro. A partire dal murales che illustra la facciata sud del Teatro, che racconta la storia del quartiere, i cittadini sono invitati a “fare teatro” per mantenere ritrovare le radici di una convivenza civile. Circa quaranta pontesi dai sette agli ottantadue anni si uniscono ad alcuni attori del Nucleo, e mettono in scena un nuovo spettacolo per gli spazi aperti, utilizzando il parco antistante il teatro, sotto il quale giacciono le macerie del vecchio quartiere. L’affluenza massiccia degli abitanti di Ponte e non solo decreta il successo del progetto e fa nascere una nuova Compagnia di Teatro Comunitario, che porterà avanti il progetto.

In questi anni prendono vita numerosi progetti e laboratori che risultano fondamentali per l’identità di Teatro Nucleo come Zona creativa Argentina, diretto da Cora Herrendorf, centrato attorno alla creazione di una scuola di teatro per le giovani generazioni in condizioni di disagio a Buenos Aires, in collaborazione con Istituzioni argentine, e con il patrocinio dell’Ambasciata argentina in Italia.

Laboratorio teatro-danza, diretto da Natasha Czertok, da cui nasce Knot (nel 2007) da testi di Ronald Laing, presentato in diverse rassegne in Italia. Teatro-carcere, diretto da Horacio Czertok, realizzato con il sostegno del Comune e del Centro Servizi per il Volontariato, crea all’interno della Casa Circondariale di Ferrara una compagnia teatrale formata dai detenuti. Questo laboratorio, tutt’ora attivo, porta alla realizzazione di diversi spettacoli e, per la necessità in periodo pandemico, alla creazione di una serie Youtube.

D’altro canto, laboratorio con pazienti psichiatrici del Centro Salute Mentale di Ferrara, guidato da Horacio Czertok, per creare una vera e propria compagnia che garantisca al laboratorio continuità e progettualità. Gruppo Laboratorio l’Atlante, diretto da Horacio Czertok e composto da alcuni suoi allievi che hanno costituito un gruppo concentrato nella ricerca espressiva e di linguaggio teatrale.

Teatro Nucleo, negli stessi anni, continua a produrre spettacoli che ottengono anche riconoscimenti pubblici, come Orlando nel 2009, realizzato con la regia di Horacio Czertok e in collaborazione con Antagon Theater di Francoforte, vincitore premio Fnas per la categoria “Scena Urbana”. Dello stesso periodo è l’azione teatrale Liber/azione, dove è riproposta l’emozione e la meraviglia della popolazione del territorio nel 24 aprile 1945.

ANNI 2010 – quarant’anni di attività teatrali nel sociale

Teatro Nucleo nei suoi quarant’anni di attività continua a distinguersi per il contributo alle tematiche sociali, mettendo in scena spettacoli nati da laboratori, dalla collaborazione con altre realtà teatrali e ottiene diversi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Il gruppo in questo periodo si allarga con l’ingresso di nuovi preziosi elementi.

Dall’incontro con Moncef Aissa nel laboratorio teatrale che, già da cinque anni, Horacio Czertok porta avanti con la Casa Circondariale di Ferrara nasce nel 2011 Il mio vicino. Lo spettacolo narra la costruzione di una terra possibile, fatta di parole, gesti e poesia a partire dall’incontro di due “sradicati”, due esseri ai quali la terra è stata tolta per volere di qualcun altro: Moncef, detenuto originario della Tunisia, e Horacio, costretto all’esilio dalla sua Argentina dopo il colpo di stato.

Antonio Tassinari nel 2012 racconta, in Pagliaccio degli schiaffi, le vicissitudini interiori di un pagliaccio scisso e in crisi che, posseduto dalle visioni del poeta abdica al suo dovere di buffone e chiede la parola, attraverso le poesie del poeta León Felipe.

Nel 2013 Nastasha Czertok porta in scena la singolare figura di Etty Hillesum e il suo diario, in Luce nell’Ombra, una produzione che vede la partecipazione di Obsoleta Teatro, selezionata al Premio Scenario per Ustica.

Nel 2016, in collaborazione con Basso Profilo, Davide Della Chiara e Natasha Czertok dirigono lo spettacolo itinerante I.N.F.E.R.N.O. (Invasione Notturna Frivola E Ruggente Non Ostile). Lo stesso anno, dalla co-produzione del Joseph Conrad Institute (UK) nasce Tenebra, che attualizza il romanzo di Conrad e lo trasforma in un “dramma pop” feroce e disperato. Lo spettacolo è vincitore del bando “Sette residenze per la ricerca teatrale” del Teatro del Lemming.

Sempre nel 2016, la drammaturgia e regia di Marco Luciano viene premiata con il Primo Premio alla drammaturgia al Concorso Creativo Nazionale “Accendi la Resistenza. Storie di donne e di uomini in guerra indetto dalla Fondazione ISTORETO e dal Polo del ‘900 di Torino nell’edizione 2015/16, per lo spettacolo Lontano nella neve… Storie d’amore e resistenza. Attraverso la storia di diversi personaggi, che in comune hanno l’aver vissuto una forma di amore durante quella guerra disumana, si racconta la resistenza.

Con la volontà di raccontare ad un pubblico giovanissimo una delle facce più nascoste dell’odierno sfruttamento globale, quello delle risorse agricole, Teatro Nucleo mette in scena Chenditrì – ovvero “l’albero delle caramelle”, vincitore del Premio della Critica “Paola Scialis nel 2019.

A più di quarant’anni dalla Legge Basaglia, Cora Herrendorf mette in scena Memorie dal Reparto n°6, liberamente tratto dal racconto di A. Cechov. Una denuncia del trattamento psichiatrico, che viola i diritti elementari degli esseri umani, iscritta in una cornice storico-culturale, quella della Russia zarista, nella quale la violazione è la norma.

OGGI

Dame la mano (2018) è il proseguimento di una ricerca che Cora Herrendorf porta avanti sul Teatro come metodo di ricerca storica nell’Universo Femminile. Vincitore del “Premio Speciale” Premio Città di Leonforte – sezione teatrale 37° edizione, è infatti una ricerca intima sul femminile, uno spettacolo-ponte in cui la messa in scena si fonde al rituale.

Dal laboratorio creativo permanente e dinamico, partecipato dai giovani attori del Teatro Nucleo, nasce Eretica, dove si sperimenta in maniera pratica la comunicazione con lo spettatore e lo spazio urbano, ricercando strade narrative e coreografiche, soluzioni drammaturgiche e tecniche attraverso le quali indagare il teatro del nostro tempo.

Lo spettacolo Incursione nella vita di Maria Montessori nasce come reading composto a quattro mani dalla regista e pedagoga Cora Herrendorf e dall’insegnante della scuola primaria Carla Giovannini. Uno studio emerso da un lungo percorso che Herrendorf porta avanti da trent’anni sul recupero della memoria individuale e collettiva attraverso il teatro. Nello specifico nel territorio di Pontelagoscuro ha coordinato dal 2007 “Donne Comunitarie”, gruppo teatrale comunitario di genere per il quale ha diretto diversi spettacoli. Il lavoro di scrittura su Maria Montessori nasce nell’ambito del laboratorio di drammaturgia teatrale Signora Memoria, che ha avuto come oggetto di studio diverse biografie di donne universalmente riconosciute per le impronte lasciate in campo sociale, artistico, scientifico e culturale.

La storia dello spettacolo Contra Gigantes nasce dalla scrittura, nel 1990, di Quijote! di Horacio Czertok. Lo spettacolo vive una lunghissima tournée di repliche tre continenti, decine di festival internazionali ma soprattutto presenze nei borghi e nelle periferie senza teatro. Il personaggio però non accetta volentieri la fine dello spettacolo nel 2007 e comincia ad apparire in sogno al drammaturgo-attore: desidera tornare alla vita, sia pure quella scenica. Così Czertok decide di farne un soliloquio, un monodramma a più voci in Contra Gigantes.

DoMiNo vuole portare l’attenzione, tramite un linguaggio multidisciplinare che va dal teatro fisico alla danza al video, sulla progressiva diminuzione di beni primari, sulla graduale perdita della libertà di pensiero, sull’innalzarsi di nuovi muri e frontiere, sulla poesia come strumento di salvezza, sulla rivolta come atto necessario.

Kashimashi si inserisce nella tematica di genere più volte affrontata dal Teatro Nucleo. Con la lente di ingrandimento della ricerca teatrale ed autoironia, Natasha Czertok si inserisce nelle dinamiche legate a quella che siamo soliti definire “normalità” e agli stereotipi in cui ci riconosciamo/ che rifiutiamo/ in cui ci sentiamo costretti.

Il Tempo del Canto si inserisce nella tradizione teatrale di Teatro Nucleo come nuovo spettacolo per spazi aperti e non convenzionali in cui si intrecciano teatro, danza, musica. Gli attori con pane e vino arrivano da lontano per raccontare il cantico infinito, e se ne vanno lasciando al pubblico il sogno di una cosa, il volo degli amanti, la speranza dell’abbraccio.

Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto porta in scena teatro, circo contemporaneo, danza e musica dal vivo per rendere omaggio – attraverso il meccanismo scenico del “teatro nel teatro” – a “L’Ester, tragedia tratta dalla Sacra Scrittura”, di Leone da Modena, celebre rabbino ed intellettuale vissuto nel ghetto di Venezia. Lo spettacolo fa dialogare l’opera dedicata a Ester, eroina della Bibbia, con le vicende dell’autore. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo Progetti Speciali Teatro 2021 – FUS e della DG Spettacoli del Ministero della Cultura e ha il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Ferrara e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.