Regia Natasha Czertok
Interpreti Natasha Czertok, Greta Marzano, Martina Pagliucoli
Partitura sonora Luca Ciriegi
Contributi video Marinella Rescigno in collaborazione con Massimo Alì Mohammad e Monia Finessi
Luci Franco Campioni
Fotografie di scena Claudia Lopresti
Produzione ObsoletaTeatro/ Teatro Nucleo, Selezione Premio Scenario per Ustica 2013
Con il sostegno di Teatro Nucleo, Comune di Ferrara Assessorato alla Cultura, Festa del Libro Ebraico di Ferrara/Fondazione Meis
Con l’amichevole contributo di Roberto Cazzola (Adelphi Editore)

Ringraziamenti Alfonso Santimone, Pasquale Spinelli, Leda Piccardo, Samantha Biferale, Cristina Zanotto, Davide Della Chiara

Lo Spettacolo

I diari di E.Hillesum riportano il complesso percorso interiore che accompagna la scelta personale della giovane donna ebrea olandese, che decise di unirsi ai prigionieri nel campo di smistamento di Westerbork, ultima tappa prima di Auschwitz.
Due anni di ricerca sul testo sono stati fondamentali per narrare i pensieri di questo personaggio equilibrando nella drammaturgia parole, coreografie, canto, musica dal vivo e linguaggi audiovisivi, necessari per intessere un racconto in immagini che esca in modo deciso dalla retorica della narrazione della Shoah. Non si vuole raccontare una biografia, ma trasformare in luce, ombre, paesaggi sonori e visivi le immagini nate in noi dall’incontro con questa testimonianza profonda e radicale, autoanalitica, sempre molto reale: “i piedi ben piantati nel fango”.
La ricostruzione scenica è un luogo-non luogo deputato alla reclusione, alla punizione, al controllo, ma è anche la stanza della rievocazione, dove affiorano odori, sentimenti, ricordi e dubbi.
È tempo di guerra e nelle parole di Etty Hillesum continuano a vivere desideri, utopie e speranze.

Tre donne attraversano la scena.
Le tre figure sembrano lottare contro un’opposizione forzata dettata più dal contesto in cui sono inserite che dalla volontà stessa dei personaggi, senza mai esplicitare un conflitto che pare schiacciarle, tra atmosfere sospese e ispirazioni cinematografiche

La Hillesum traccia nel suo diario un racconto parallelo, fatto di immagini legate alla natura e al paesaggio: fiori, boschi, fango, nebbia, cieli, strade cittadine riflettono stati d’animo, presagi, sogni, ricordi.
Spesso il paesaggio esterno è per me lo specchio di quello interno in me c’è la grande immobile alba grigia, in me scorrono i fiumi e si innalzano le montagne (…)
A queste si ispirano i contributi video innestati nella scenografia, proiettati sul muro della cella.

La scena prende spessore anche grazie alla tessitura sonora di Luca Ciriegi, eseguita dal vivo, che accompagna il riaffiorare di ricordi e pulsioni conferendo tridimensionalità alla narrazione.

La drammaturgia viene a comporsi di diversi strati, che corrispondono ad altrettante “letture” dei testi lasciati dalla scrittrice: la dimensione più intima e il poetico rapporto con Dio, il contesto storico, la forza dell’ironia con cui affronta con lucidità il presente. Ritroviamo tra le pagine di questo diario le nostre stesse domande sulla vita e la morte, sul senso della guerra, sulle basi dell’essere umani.

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO TEATRALE
Il primo studio di Natasha Czertok su Esther “Etty” Hillesum risale al monologo “InKhaim”, corto teatrale finalista al premio Donna Mostra Donna (Roma 2011), e presentato al Festival dei Diritti di Ferrara/2011. La ricerca si è poi spostata sul videoteatro, portando alla realizzazione di “Aravot” (selezionato per il Performing Arts Film Festival “Espressioni” c/o WAM Festival, Faenza 2012).  Nel 2013 nasce “Luce nell’ombra”, ispirato ai Diari e alle Lettere di E.Hillesum, selezionato al Premio Scenario per Ustica . Per la Festa deli libro Ebraico di Ferrara (Aprile 2013) Natasha Czertok e Greta Marzano, in collaborazione col pianista Pasquale Spinelli realizzano inoltre lo spettacolo “L’ora Migliore del Giorno”, con brani dal Diario di E.Hillesum accompagnati dalla musica di Schubert. Nel frattempo esce la versione integrale dei Diari della scrittrice olandese, e nasce un intenso scambio di impressioni e idee tra Natasha Czertok e Roberto Cazzola, germanista ed editor di Adelphi che ha curato la nuova edizione delle Lettere di E.H. (in uscita nel Novembre 2013), e che costituisce un importante punto di riferimento per una corretta filologia e rispetto del complesso pensiero filosofico della scrittrice. Continua quindi il “laboratorio Luce nell’ombra” in cui precipitano tre anni di ricerca e continui confronti sul campo, necessari per completare il lungo lavoro sui “videoritratti” che partecipano alla drammaturgia, e per trovare un giusto equilibrio tra parola, coreografia, canto, musica, suoni, linguaggio audiovisivo. E per addentrarsi corpo e anima nel pensiero di questo personaggio .

Venerdì 14 gennaio (2014) al teatro Tor di Nona ho avuto il piacere di assistere allo spettacolo teatrale “Luce nell’ombra” (regia di Natasha Czertok) ispirato al diario e alle lettere di Etty Hillesum, l’intellettuale ebrea morta ad Auschwitz nel novembre del 1943.E’ stata un’occasione di riflessione sulla memoria, un modo per ricordare che “l’indignazione -come afferma la stessa protagonista- debba espandersi al mondo, non ridursi alla salvezza dei propri miseri corpi”.Chissà se la fiamma della candela posta al centro del palcoscenico e lasciata libera di illuminare per quasi tutta la durata della rappresentazione è stata messa lì come simbolo della straordinaria forza di questa donna. “Eppure la vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità” aveva scritto pochi giorni prima della deportazione definitiva. (Nicola Viceconti, scrittore)

Far conoscere agli studenti delle scuole superiori una storia come quella di Etty Hillesum non è certo impresa facile. Figura, la sua, tanto complessa quanto semplice, una vita sconvolta dalla fede e interrotta da un martirio volontario nel campo di Auschwitz nel 1943, a soli 29 anni. Natasha Czertok col suo spettacolo “Luce nell’ombra” presentato lunedì e martedì mattina alla Sala Estense in p.zza Municipale a Ferrara, è riuscita  nell’intento di coinvolgere le molte ragazze e ragazzi presenti in sala. Daniele Civolani, presidente provinciale dell’ANPI, ha presentato lo spettacolo come un tentativo di “trasmettere, e testimoniare, attraverso il corpo, le parole, la musica una situazione fortemente negativa”, tragica. Tragica com’è la stessa condizione umana, che ci rende “tutti vittime e carnefici – come ha spiegato la Czertok – in quanto la realtà del male è presente in ognuno di noi”. (Andrea Musacci, La Nuova Ferrara )

Recuperare la memoria storica, immergersi nella ricerca, e studiare chi ha vissuto intensamente, sofferto, e amato; questi sono i presupposti che hanno portato Natasha Czertok a leggere e approfondire la vita di Etty Hillesum, e a portare in scena la sua singolare figura e il suo diario. Anni di studio e di ricerca meticolosa, legata ad una vicenda famigliare personale della regista, legatissima alla nonna, nata a Varsavia e poi emigrata in Argentina per fuggire alla persecuzioni. Proprio ricostruendo la storia della sua famiglia, e cercando la propria identità, Natasha Czertok si è imbattuta nel Diario della Hillesum. E da quell’incontro è nata la pièce teatrale “Luce nell’Ombra”, un viaggio complesso e per certi versi misterioso, tra le pieghe dell’animo. Scegliere questo personaggio ha una valenza molto particolare: Etty Hillesum era una scrittrice olandese, di origine ebraica, vittima della Shoah, morta ad Auschwitz il 30 novembre 1943. Donna vivace e brillante, piena di interessi, è molto conosciuta all’estero per la sua passione e per la sua sorte, ma soprattutto per i suoi Diari, usciti in Italia nel 2012, un viaggio analitico della scrittrice dentro di sé.                                                         (Cinzia Dal Brolo, Nord Est Boulevard)

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