2019

ARTS NOMADES // Dov’è la gioia?
Workshop di teatro urbano e teatro d’oggetto per cercatori e generatori di gioia nello spazio pubblico

Dal 22 al 25 aprile 2019, workshop gratuito Dov’è la gioia? condotto dalla compagnia itinerante con base in Belgio Arts Nomades in collaborazione con il Centro di Promozione Sociale La Resistenza (Ferrara).
25 e 26 aprile 2019: performance pubbliche all’interno del Festival Resistenza 25/25 (Ferrara).

Teatro Nucleo, Dov'è la gioia, Arts Nomades

Teatro Nucleo apre la possibilità di esplorare strategie e strumenti per trasmettere la gioia nello spazio pubblico, attraverso il teatro urbano e il teatro d’oggetti, insieme ad Arts Nomades, compagnia di teatro contemporaneo multidisciplinare nata nel 2003 e parte attiva di CITI – Centro Internazionale per i Teatri Itineranti.

L’obiettivo degli artisti belgi è «generare e far crescere la gioia nello spazio pubblico e in noi stessi, come momento di trasformazione e motore di cambiamento» attraverso un percorso duplice.
Il primo sarà dedicato al teatro urbano con training teatrale in gruppo, esercizi di teatro urbano, strategie di coinvolgimento diretto del pubblico. Il conduttore sarà Andreas Christou, attore, direttore di scena, specialista in teatro intimo e teatro nello spazio pubblico.

Il secondo sarà dedicato al teatro d’oggetti, con la conduzione di France Everard, artista visiva, specialista in teatro d’oggetti e scenografia nello spazio pubblico.
A partire dalla raccolta di oggetti quotidiani e dalla loro organizzazione in famiglie diverse, saranno proposti giochi ed esercizi ispirati al teatro come punto di partenza per capire come il teatro realizzato con gli oggetti possa aprire un nuovo campo di espressione senza parole.

Il workshop si svolgerà il 22 e 23 aprile dalle ore 14 alle ore 18.30; il 24 aprile dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 17; il 25 aprile dalle ore 10 alle ore 13. Saranno realizzate due performance pubbliche, il 25 e 26 aprile, in orario pomeridiano, all’interno del Festival Resistenza 25/25 organizzato dal Centro di promozione sociale La Resistenza, che collabora alla realizzazione del workshop di Arts Nomades promosso da Teatro Nucleo.

Arts Nomades è fortemente coinvolta nella difesa del diritto all’arte e alla cultura per tutti e in questa direzione sviluppa i suoi progetti e spettacoli. In piena coerenza con questo intento, la possibilità di presentare la propria candidatura per il workshop Dov’è la gioia? è aperta a tutti/e, purché si possieda una propensione al lavoro di gruppo.
Per candidarsi occorre inviare una mail a info@teatronucleo.org entro lunedì 15 aprile indicando i propri dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita, città di residenza), recapito telefonico e una descrizione sintetica della motivazione per cui si desidera partecipare (max 500 caratteri spazi inclusi).

2016

ARTI TEATRO // Lontano nella neve…storie d’amore e resistenza

lontano nella neve-173

Tappe:

residenza 28 Ottobre– 13 Novembre – Teatro Cortazar Pontelagoscuro

13 Novembre 2016 –  presentazione  studio presso il Teatro Ferrara Off, in collaborazione con Associazione Ferrara Off

Residenza 7-11 Dicembre Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino in partenariato con Atto Due – presentazione spettacolo  –

11 Dicembre 2016 – presentazione spettacolo presso Teatro della Limonaia Sesto Fiorentino

 

Attraverso lettere e testimonianze, attraverso ricordi e speranze, sogni e incubi di quella generazione, abbiamo cercato di strutturare un racconto della “resistenza”, non tanto sotto un punto di vista “semplicemente” storico, quanto piuttosto attraverso gli occhi dell’amore bagnati dalle lacrime che il paradosso della guerra, di quella guerra così assurda e inumana istillava.

I personaggi, gli uomini e le donne che abbiamo incontrato e le cui storie ci hanno affascinato non sono propriamente eroi. Sono persone semplici, con storie semplici, di una quotidianità semplice… storie, per questo, disarmanti.

Uno dei tanti collaboratori partigiani, Giannino, arrestato in una libreria di Milano per aver consegnato un messaggio che scotta e che non sa più, a ottantacinque anni, se davvero sia sopravvissuto o se la sua vita sia comunque finita in quel giorno di aprile di tanti anni fa; la coraggiosa Leopolda, superstite della strage di S.Anna di Stazzena che cerca in eterno il suo fratellino Enrico, che lei rifiutò di riconoscere come morto. O ancora la lettera letta da una madre della propria figlia condannata a morte perché partigiana, o la storia del fascista innamorato della staffetta arrestato per alto tradimento e condannato a morte dai suoi stessi camerati, per aver sviato la ronda che era sulle tracce della brigata partigiana a cui apparteneva la sua amata… Storie semplici, ma che portano con se, in se, domande enormi e dubbi atroci: ne è valsa la pena? E se si fosse fatto di più? Cosa vuol dire resistenza e cosa resta di quel sacrificio così costoso al giorno d’oggi? I nostri non sono racconti da interpretare come “exempla”. Non vogliamo suggerire risposte, anzi, vogliamo ricordare e commemorare ponendo domande, perché solo dal dubbio e dal salto che da esso si genera può nascere una coscienza e una vita più confitta nella realtà e nel tempo che abitiamo. durante la residenza a Ferrara si cercherà di approfondire questa “poetica della domanda” per capire e sentire, attraverso la nostra pratica teatrale, dove è radicato oggi il conflitto sociale, contro chi “combattere”.

Il progetto nasce da un laboratorio portato avanti dal gruppo A.R.T.I. nel periodo tra gennaio e aprile del 2015 nella sede dell’Associazione a Torino. Il tema del lavoro è stato il conflitto, inteso in senso letterale, fisico o relazionale, ma anche in termini di dialettica delle idee e dell’immaginario, in termini di identità e quindi “politici”. Nel periodo di lavoro vennero fuori delle esigenze, delle domande: “Cosa e/o chi oggi è il nemico? Chi è il mio contraltare politico e poetico? Contro cosa devo combattere io oggi per migliorare il mondo in cui vivo?”. Da qui l’idea di iniziare il nostro percorso d’indagine sul resistere, su cosa possa e debba significare oggi. Non si poteva non partire dalla resistenza antifascista e dalla lotta partigiana. A settant’anni dal 25 aprile del 1945.

Hanno incontrato l’ANPI Circoscrizione 7 “F.Gattini” che ha loro suggerito fonti e riferimenti storici e nel periodo tra febbraio e aprile 2015 ha preso vita il primo studio, presentato nell’ambito della “Settimana della Resistenza” organizzata dalla Circoscrizione 7 del comune di Torino in collaborazione con il Circolo arci No.a’.

A maggio 2015 il progetto “Lontano nella neve…” è stato in residenza presso il Teatro Superga di Nichelino.

A luglio 2015 è stato presentato lo studio al Open Space Festival di Moncalieri.

A settembre 2015 all’interno della manifestazione “Di Parte” organizzata dalla Ex Caserma di Via Asti occupata di Torino.

A ottobre 2015 nell’ambito di “T.P.F. Teatro di Piccolo Formato” presso il Teatro Superga di Nichelino.

 

LADEN CLASSE // 193 PROBLEMI Laden_02

18 Marzo-3 Aprile 2016 : residenza presso Teatro Cortazar di Pontelagoscuro –

18-19-20 Marzo : workshop gratuito aperto al pubblico di acrobatica, manipolazione, danza contemporanea

3 Aprile _ sharing aperto al pubblico presso Teatro Cortazar

28 Novembre- 4 Dicembre : residenza artistica presso Teatro Cortazar

Progetto “Crescere Spettatori” nell’ambito della residenza, percorso di formazione del pubblico coordinato da Altre Velocità insieme ad una classe terza della scuola media di Barco (Ferrara-zona nord)

4 Dicembre: presentazione work in progress nell’ambito della rassegna di circo contemporaneo “Totem Gravità Zero” presso Teatro Cortazar di Pontelagoscuro

193 problemi” é un titolo ‘constatativo’ , ispirato alle mille difficoltà riscontrate dagli artisti in fase di creazione. E 193 non è un numero casuale: è uscito in una mattina problematica durante la quale, accendendo uno dei pc, venivano rilevati 193 problemi. Furti nei camper, problemi tecnici, problemi quotidiani… Riferirsi a una lista di problemi è un gioco per prendere con ironia le difficoltà che un collettivo giovane ha nella vita di ogni giorno, per poter sopravvivere sorridendo nella carenza di risorse. Il progetto è partito a ottobre con tre residenze artistiche in Spagna a La Central del Circ di Barcellona e presso lo spazio di circo Cronopis di Matarò, che hanno impegnato il collettivo fino a dicembre, quando ha presentato un estratto del lavoro a Barcellona. Dopo le prime due settimane di residenza al Cortazar il progetto continua a spostarsi: al Teatro Palafolli di Ascoli Piceno e successivamente a Torino presso la Scuola di circo Flic, dove presenteranno il prossimo studio il 12 di maggio. Si tratta di un lavoro sperimentale che parte da una ricerca fisica e dalle abilità dei singoli componenti con l’obiettivo di giungere alla sintesi di un linguaggio comune (roue cyr, trapezio, portes acrobatico, musica, giocoleria e danza). E’ fondamentale per i tre artisti la presentazione dei work in progress per ricevere feedback sia dagli esperti del settore sia dal pubblico. Tra gli obiettivi principali allontanarsi dalla formula cabaret, fondendo i diversi linguaggi e discipline ( circo, danza, musica, arti marziali ) e cercando di inserire nella creazione anche le abilità “extracircensi”: la musica dal vivo, il canto, la recitazione. Per questo è fondamentale l’apporto di registi, coreografi, drammaturghi e tecnici del teatro , in grado di elaborare feedback utili al gruppo.

2017

RESPIRALE// IO HERO

TAPPE:  residenza artistica presso Teatro Cortazar Febbraio -Marzo-Maggio / Presentazione primo studio c/o Totem Arti Festival (Giugno 2017)

Presentazione del progetto

IOhERO è un progetto di  spettacolo teatrale che nasce nel  2016  in seno alla giovane compagnia Respirale Teatro.   La   creazione   vuole   svilupparsi   attraverso  residenze   artistiche   accompagnate  da  presentazioni   e incontri di confronto con il pubblico, lavori di campo ad ampio raggio sulla società a noi circostante che vada a toccare  tutti  gli  “insiemi” che  la compongono  (svariate  fasce di  età,  di   reddito,  e di  provenienza),   ricerca storico-letteraria e  lunghe ore di  delirio collettivo.  L’obiettivo è un’opera dinamica, che possa evolversi  nel tempo tramite una scrittura che che germogli  dagli attori e dal lavoro in sala per poi farsi testo; che questo testo sia quindi  vivente e che possa essere  “ricaricabile”  e  “aggiornabile”.  Una messa  in scena sincera e genuina. Alla scrittura e alla creazione parteciperanno Debora Binci,  Veronica Capozzoli,  Michele Pagliai,  Emanuele Tumolo, con il contributo di Giulia Olivari. La regia sarà di Veronica Capozzoli. Il disegno luci e la preparazione tecnica saranno affidati a Federico Cibin, mentre la gestione della tecnica audio e luci durante lo spettacolo sarà affidata direttamente agli attori sulla scena. Poi c’è lui. Un basso elettrico.

Sinossi provvisoria

Sventurato quel  popolo  che ha bisogno d’  eroi,  affermava  il  Galileo brechtiano.  E noi,   tutti  ben unti  di moderna e sempiterna sventura di popolo dell’Era (del ) Post, condividiamo. Pollice in su.

In un’arena fatta di cavi, fari, piantane, amplificatori e strumenti musicali, dove il Teatro dichiara senza magia l’illusione e l’effetto tecnico di luci e musiche, tre corpi si dimenano alla ricerca dell’eroismo.Il proprio? Il leggendario? Per definizione o per artificio, cercano l’Uomo-Eroe – l’Oltre-uomo nietzschiano della nostra Era – lo vogliono o lo subiscono.  Ne nasce una sinfonia gracchiante, dai toni aspri e ironici, dove vogliamo che trovino spazio rotture nette in diretto dialogo con il pubblico e momenti di sospeso lirismo. I   tre  performer   attraverseranno  l’incontro  con   l’Eroe   in  molteplici   forme   e   con  molteplici   conseguenze, prendendosi la sincera libertà di condividerlo con il pubblico, in tutte le maniere possibili; e si serviranno dei mezzi   tecnici   di   suono   e   illuminotecnica  per  modificare,   evolvere,   affrontare,   comunicare,   affermare   le situazioni che staranno vivendo. E poi c’è lui. Il basso elettrico. Voce narrante e deus ex maquina, regista e contro-eroe, speaker e un po’ pettegola di paese. Lui è lì con noi e per noi. O forse solo in noi. Aspettate l’arrivo del vostro Eroe?

OVVIO, David & Tomas – Kolektiv Lapso Cirk 

We do balance.
Sometimes we fall,
sometimes we don’t.
We like it both,
OVVIO.

Credits 

Durata: 50’
Di e con: Tomas Vaclavek e David Diez Mendez
Produzione: Kolektiv Lapso Cirk
Occhio esterno: Jorge Albuerne
Musiche: Espaldamaceta, Maximon
Disegno luci: Flavio Cortese

Con il sostegno di: Cirko Vertigo, Cirqueon, Festival Mirabilia, Hangar Creatività, La Central del Circ, La Corte Ospitale, Maciva, Plum Yard, Teatro Circo Price.

 

Lo spettacolo

In OVVIO, David & Tomas sfidano le leggi di gravità e le loro abilità, esplorando i propri limiti in modo reciproco e sempre diverso. Con un peso e una presenza che cambia a seconda del “gioco” che prende vita in scena, insieme mettono alla prova forza, concentrazione, coraggio e fiducia. Le abilità in comune creano un ponte di comunicazione fisico e relazionale tra loro e ogni costruzione di legno diventa un nuovo livello di difficoltà da superare insieme.

Il rischio è accettato come semplice parte delle regole del gioco, entrambi si assumono la possibilità di una possibile caduta, ma è anche evidente che sappiano come gestire il corpo e come cadere. Il fiato è sospeso insieme a loro. Il pubblico è partecipe della tensione che si genera dal gioco, ma è anche piacevolmente colpito dall’immagine estetica che ogni volta l’equilibrio crea e sostiene.

Ad ogni azione corrisponde una reazione: le assi, le travi, le costruzioni di legno si creano e distruggono per immagini. La paura è vinta a favore della realizzazione del pericolo, perché ogni atto di equilibrio è instabile per definizione. Per questo OVVIO è anche un esercizio estetico sulle leggi della fisica gravitazionale e genera improbabilità ogni volta, come un tiro di dadi. OVVIO, accade.

2018

ARTI Teatro

TANTALO73

Secondo capitolo del progetto “Resistenze”

Vincitore del Premio “ACCENDI LA RESISTENZA” della Fondazione ISTORETO con il sostegno della Compagnia di San Paolo nella sezione dedicata alle sceneggiature teatrali con lo spettacolo “Ed era pura luce…/storie d’amore e resistenza”

 

drammaturgia e regia di Marco Luciano

 

La nostra generazione, questo momento storico a livello generale, vive una particolare dimensione ideologica, all’interno della quale è molto difficile, se non impossibile, delineare i confini di una dialettica politica e poetica necessaria all’evoluzione e al “miglioramento” di una società ma anche degli individui che la compongono.

Siamo costantemente sull’orlo del collasso, politico, esistenziale, ecologico, economico…

La paura assoluta, da archetipo sentimentale, è diventata oggi topos di un pensare e di un agire quotidiano. Sentiamo che le nostre azioni sono fondamentalmente inutili, che tanto non cambierà nulla, che in fondo che ce frega?!

Ci adattiamo, inneggiamo al nostro essere resilienti… senza accorgerci che questa arte di arrangiarsi, per dirla alla napoletana, ci rende ciechi e poco lungimiranti, tarpa le ali dei nostri desideri e lega pesanti piombi ai nostri sogni, facendoci del tutto dimenticare delle nostre reali necessità di esseri umani.

Siamo intrappolati in questa rete invisibile e opprimente tessuta di falsi bisogni, accettazione e apatica, incosciente sottomissione .

Ma da dove viene questa “oppressione”? Chi o cosa esercita questa forza a nostro discapito? Qual è il nostro rapporto oggi col potere? Quali sono gli strumenti che il potere usa oggi per reprimere? Colano ancora sangue?

Da queste domande nasce la nostra riflessione sul cosa vuol dire “resistere” oggi, per la nostra generazione.

Questo è un percorso che abbiamo intrapreso nel 2015, prima con lo studio “Creazione n.1” e poi con lo spettacolo “Lontano nella neve…/storie d’amore e resistenza”, vincitore nel 2016 del concorso Nazionale “Accendi la Resistenza” indetto dalla Fondazione ISTORETO e dal Polo del ‘900 di Torino con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Attraverso il lavoro con gli attori sono emerse numerose altre questioni:

cosa vuol dire oggi resistere? In nome di quali ideali oggi le nuove generazioni sono chiamate a “combattere”? Che valore hanno le nostre piccole battaglie personali nella realizzazione di un mondo migliore? Come resistere alla disumanizzazione dilagante e alla spersonalizzazione dei luoghi, dei rapporti e delle funzioni? Come resistere alla “tecnologizzazione” delle nostre anime? Come opporsi allo scempio ecologico che stiamo ereditando? Quali sono le azioni che posso compiere per difendere l’uguaglianza dei diritti, la fratellanza, il libero flusso dei popoli e delle genti? Quali strumenti posseggo per difendermi dall’odio sociale, dalla povertà umana ed economica, da questa dialettica scarna fatta solo di “amico/nemico”?

Dalla formulazione di queste domande nasce la nuova ricerca teatrale e antropologica che stiamo incanalando nella costruzione del nostro ultimo lavoro “Tantalo73” (Titolo provvisorio).

Allo stato attuale della creazione l’ idea drammaturgica è scandita da 4 storie individuali che si intrecciano attorno ad un oggetto fisico: uno smartphone.

Quattro storie di resistenza silenziosa, quotidiana, quattro “exempla” di lotta e ribellione, che si dipanano da esistenze semplici, fatte di problemi “ordinari”.

Un ragazzo molto giovane, ancor quasi adolescente, che rifiuta di vivere nel mondo delle “relazioni telematiche” e che decide, come atto liberatorio, politico, diliberarsi del suo cellulare.

Il cellulare arriva nelle mani di un uomo congolese fuggito dalle miniere di coltan e arrivato clandestino in Italia….

 

PROGETTO S

Supportato dall’Associazione Culturale cinqueminuti, PROGETTO S nasce nel marzo 2016 dall’idea del coreografo Mario Coccetti. È composto da due danzatori, Rocco Suma e Salvatore Sciancalepore, caratterizzati da una forte tecnica contemporanea, un’alta preparazione sul teatro fisico, una solida professionalità e una vasta esperienza lavorativa. Creazione artistica, narrazione, tecnica, empatia con il pubblico e messaggio sociale sono i punti di forza di questo progetto.

Progetto S è sostenuto da: Teatro Comunale di Copparo, Teatro Due Mondi, Teatri di Vita, ITC Teatro, Cantieri Culturali Creativi, De Micheli Danza Festival, Hangartfest.

La residenza  verterà su un nuovo lavoro avviato  in questo mese di ottobre con la partecipazione al Festival InDivenire a Roma e titolato VINCERE! VINCERE! VINCERE?

” Che cos’è la vittoria se spazza via con un unico gesto la dignità o il significato stesso dell’essere umano? É una conquista, certamente, un tassello da aggiungere alla personale collezione di medaglie, ma priva del rispetto, dell’empatia, del valore e della comprensione dell’avversario, si trasforma semplicemente in arrivismo, in una forma prepotente e sconsiderata del proprio ego, in una valutazione distorta e accentratrice della vita stessa. Demolire, distruggere, asfaltare, abbattere, sono diventati termini di uso comune, con una squisita accezione di positività, nel nostro quotidiano parlare. Di fatto chi demolisce, distrugge, asfalta o abbatte un nemico o un concorrente, non fa altro che dimostrare una supremazia che altrimenti andrebbe persa nella semplice esposizione che per ogni vincita deve corrispondere, di regola, una perdita. L’importante è partecipare, dicono, a patto però che si riesca a vincere la competizione, il bando, il concorso, il primo posto nella fila, il parcheggio sotto casa o la rissa culturale, ma cosa rimane dell’Uomo se solo regala un piedistallo dorato al migliore e priva dell’onore chi ha combattuto per la sua causa? VINCERE! VINCERE! VINCERE? è un indagine sul tema della vittoria nelle diverse accezioni di desiderio, percorso, obiettivo ma anche nel pericoloso significato di superiorità dell’altro. In un continuo mutare del punto di vista il progetto intende stimolare in chi guarda domande che partono dalla metafora del combattimento ma che si irradiano a problematiche più urgenti del nostro presente.”

 

11_4PROGETTO “11” – Veronica Capozzoli / Lapso Cirk

Con il sostegno in residenza di : Erasmus+/CIRCollaborative Tools, L’Espace Périphérique (Mairie de Paris – La Villette) (FR), Espace Catastrophe (BE), CIRQUEON (CZ), Festival Mirabilia/Terre di Circo (IT), Café de las Artes Teatro (ES), Cirko Vertigo (IT), Industria Scenica (IT), Dinamico Festival/MaMiMò – Teatro Piccolo Orologio (IT), CLAPS (IT), Teatro Nucleo (IT)

 

Veronica è artista di circo – verticalista e acrobata al palo cinese – e attrice e regista teatrale. Ossessionata dalla verticalità e dalla geometria, cerca costantemente un equilibrio tra le sue nevrosi quotidiane, trovandolo nella maggior parte dei casi con la testa in giù, e quanto più in alto possibile.

Si diploma alla Scuola di Cirko Vertigo e sta terminando la Formazione Artistica a Arc en Cirque, in Francia. Diplomata in Commedia dell’Arte presso la Scuola di Teatro Louis Jouvet, fonda e dirige la Compagnia Respirale Teatro e, nel 2015 crea con David, Tomas, Celine e Carla il Kolektiv Lapso Cirk.

 

Il progetto

11 – Il Tempo è una linea verticale

Con una scrittura che unisce virtuosismo tecnico e raffinata ricerca sul movimento, 11 – spettacolo di circo contemporaneo di Kolektiv Lapso Cirk – porta sulla scena l’ossessione di una donna per la sua idea di controllo: l’effimera convinzione di poter gestire completamente se stessa e ciò che accade attorno a sé.

Lei si barrica nella rigidità di un universo geometrico, ma cosa accadrebbe se si lasciasse andare al suo istinto?  11 vuole interrogarsi sulla volontà umana, troppo umana, di rin-chiudere, limitare e de-limitare, controllare, e sull’incontro tra questo bisogno ostinato e la casualità, l’imprevedibile, l’ignoto e, per conseguenza, il lasciarsi accadere.

Durante la residenza verranno messi a punto il disegno luci e suono prima del debutto a “Cafè Muller” a Torino (Novembre 2018) . Nell’ambito della residenza Veronica Capozzoli proporrà inoltre un laboratorio per bambini :

CROSS laboratorio sul confine

Presentazione

Il concetto di frontiera – di un perimetro che delimita uno spazio – assume un ruolo protagonista nella nostra quotidianità attuale. La parola confine occupa aree semantiche ampie e solide, nel nostro linguaggio comune.

Ci siamo dunque interrogati su come questo concetto e della sua realizzazione effettiva incidano nella nostra vita, e come il nostro corpo li percepisca e si relazioni ad essi.

Cross è un laboratorio di arti performative che si prefigge di compiere un cammino trasversale lungo l’idea di limite, confine, frontiera.

Indagheremo la tematica attraverso l’intrecciarsi tra scambi teorici e dialogici con un percorso di sperimentazione fisica: l’idea e il movimento saranno i veicoli espressivi attraverso i quali i partecipanti potranno indagare e manifestare la propria percezione del limite, del confine.

Obiettivi

sperimentazione ludica della delimitazione come strumento geometrico

indagine ed autoanalisi sulla propria esperienza e il proprio punto di vista sui concetti di limite e di confine

sperimentazione delle possibilità espressive e comunicative personali attraverso il movimento