LIBERAMENTE TRATTO DA “CUORE DI TENEBRA” DI JOSEPH CONRAD

Spettacolo di sala e per spazi aperti
Produzione: Teatro Nucleo con il supporto del Joseph Conrad Institute (UK)

Vincitore del bando “Sette residenze per la ricerca teatrale” del Teatro del Lemming – 2016
Regia: Davide Della Chiara, Natasha Czertok
In scena: Davide Della Chiara, Natasha Czertok, Lorenzo Magnani
Musiche originali: Davide Della Chiara, Lorenzo Magnani
Durata: 50 min

“Punto di partenza è il celeberrimo romanzo Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Che Davide Della Chiara, Natasha Czertok e Lorenzo Magnani fanno, letteralmente, esplodere, lasciando affiorare la celeberrima vicenda di Kurtz e Marlow per lacerti, nel quadro di un “dramma pop” feroce e disperato.

Il racconto che ispirò T.S. Eliot e Orson Welles, Francis Ford Coppola (per Apocalypse Now) e Alberto Moravia, nelle mani dei dediti artisti di Teatro Nucleo diviene un dispositivo che significa linguisticamente, ancor prima che semanticamente, un’impossibilità: il linguaggio, come tutte le risorse dell’umano, (intenzionalmente) fallisce nel tentativo di creare una realtà.

RECENSIONE DI MICHELE PASCARELLA SU GAGARIN MAGAZINE

“Uno spettacolo che, seguendo il manifesto della storica cooperativa teatrale nata nel ’74 a Buenos Aires, mette a repentaglio il ben pensare e i falsi buonismi dell’uomo occidentale perché, partendo dalla vicenda del romanzo “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad, mira a cancellare tutti i veli, i filtri e le sovrastrutture che ci siamo costruiti, riportandoci dentro noi stessi, mostrando quanto c’è di falso e violento dietro ogni tassello materiale delle nostre vite.”

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 “Cosa succederebbe se “Cuore di tenebra” portasse le sue trame oscure nel salotto di casa nostra? Cosa succederebbe se Kurtz, il demoniaco commerciante d’avorio protagonista del romanzo, non morisse nel viaggio che lo dovrebbe riportare a casa… e approdasse dalla foresta più nera direttamente nel nostro soggiorno, tra videogiochi e ramen d’asporto?

Alla base di “Tenebra”, l’ultimo lavoro realizzato da Natasha Czertok e Davide Della Chiara per il Teatro Nucleo, c’è l’ucronia, la deviazione che cambia il corso della storia aprendo il capolavoro di Joseph Conrad a sviluppi imprevedibili. C’è la volontà di attualizzare una riflessione sull’opportunismo e sull’ipocrisia dell’Occidente, tracciando un arco che parte dall’imperialismo dichiarato di fine Ottocento e arriva all’apatia televisiva dei giorni nostri, ai disinfettanti per ambienti, alle risate registrate delle sitcom. (…)le finestre che Davide e Natasha riescono ad aprire nello spazio di quel piccolo soggiorno pulito e ordinato sono davvero tante: vi si intravedono navi ugualmente pulite e ordinate che salpano e sbarcano, altre navi accartocciate e distrutte che tornano indietro. “

Licia Vignotto, occhiaperti.net

 

Abbiamo scelto di lavorare su Cuore di Tenebra perché ci interessa l’assoluto che è alla base di tutto il romanzo: la superbia. La superbia di Kurtz che lo porterà alla pazzia è la stessa dell’uomo colonizzatore che ha forgiato il nostro modo di essere oggi. Un’avida superbia.

Un allestimento che vuole rispettare sia le atmosfere decadenti che la caustica ironia presente nello scritto. L’atmosfera è assurda, ironica e dalle tinte noir. Alle parole di Joseph Conrad si aggiungono quelle di cronache contemporanee e l’invito di Kipling a raccogliere il fardello dell’uomo bianco.

L’approccio sonoro:
Prima di tutto sono nati i brani musicali, associando le atmosfere crepuscolari del romanzo a sonorità elettriche vicine alle realtà indipendenti del noise e del post-rock. Il suono è dietro la scena impersonato da un musicista-narratore con il compito di fornire le chiavi di lettura di quanto accade. Non si tratta di orientare lo spettatore negli eventi dello spettacolo, quanto quello di collocare il momento dello spettacolo negli eventi del mondo. Così, appare dietro la scena, nascosto ma dominante. Chitarre distorte, congas, strumenti giocattolo, risate, applausi.

La collocazione temporale:
Ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se Kurtz fosse riuscito a scappare. L’abbiamo ritrovato comodamente seduto nei nostri salotti alle prese con videogiochi, dimentico di quel che fece e dei prodotti delle sue azioni. Così come non ha dato Conrad elementi di riconoscimento spazio-temporale non ne diamo noi, collocando lo spettacolo in un’ipotetica atmosfera anni ‘80-‘90 .

Le emozioni e le azioni:
Le azioni sono i vettori che portano le emozioni dei personaggi. Il fuggire, l’inseguire, il cantare, il parlare, l’ascoltare, il combattere, l’ignorare, il desiderare sono azioni attraverso le quali i nostri Marlow e Kurtz parlano di se stessi. Ci raccontano dei loro desideri, ci mostrano le loro follie, i loro punti di forza ed i loro punti deboli. La parola diventa azione con cui comunicare attraverso il metalinguaggio. Definiamo i dialoghi come gesti vocali. Così i testi usati dagli attori sono il precipitato del romanzo calato nella situazione scenica. Musica, soundscapes, danza e teatro si fondono per dare forma al conflitto tra i personaggi, tra i personaggi e se stessi, tra i personaggi e il mondo.

L’allestimento scenico:
Lo spettacolo punta ad avere una versatilità a 360 gradi: vede difatti il suo luogo di rappresentazione migliore in sale non convenzionali , spazi ampi e senza palco; è presentabile in teatri con palco frontale ed ha una struttura scenografica che lo rende adatto anche ad essere rappresentato all’aperto.


SCHEDA TECNICA

Spazio scenico: 8×9 metri
Dotazioni: una presa da 220 V (carico 2 kW), una presa da 380 V/32 A (carico 7 kW) oppure una presa da 380V/63A (carico 9 kW)

 

 

 

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