Il Teatro Nucleo ha sviluppato nel corso degli anni una prassi che si fonda sulla sperimentazione e sull’improvvisazione, in cui il corpo è protagonista assoluto. Non si tratta di una ricerca formale, ma di una spinta verso l’origine del gesto teatrale, una volontà di superare la logica della rappresentazione per accedere alla verità più intima della scena. Il Teatro Nucleo ha sempre visto nel corpo e nel movimento non solo un mezzo per raccontare, ma un corpo poetico in sé, capace di suscitare emozioni profonde attraverso una lingua non verbale.
Questo laboratorio è pensato per chi vuole esplorare il teatro da un punto di vista non convenzionale, avvicinarsi a un’arte che non si esprime solo nella parola, ma nel corpo che parla, nel corpo che pensa e crea. Non è necessario avere esperienza pregressa nel teatro fisico, quanto una buona attitudine al lavoro col corpo e all’esplorazione di nuovi territori di espressione.
“Dal corpo alla poesia in scena” ruota intorno ad alcuni principi base che vanno intesi come “contenitori” dai quali attingere nell’arco del laboratorio:
- Il corpo come linguaggio primordiale: il laboratorio parte dalla convinzione che il corpo non sia un mero strumento al servizio della parola, ma un linguaggio autonomo, che comunica senza filtri, senza mediazioni. L’intento è allenarsi ad ascoltarlo e tradurlo in forme teatrali in cui il gesto racconta, evoca, fa vibrare una parola che non è mai esaurita nel suo significato, ma sempre aperta a nuove interpretazioni.
- Ritmo, silenzio, spazio: ci concentreremo sulla capacità di restituire, attraverso il movimento, un ritmo che non sia solo sonoro, ma anche spaziale, corporeo, emotivo. La dimensione del silenzio e dell’attesa sarà fondamentale: come il non detto, l’interstizio fra un gesto e l’altro, può essere altrettanto potente della parola stessa.
- Musica: l’utilizzo della musica è da intendersi come parte organica del lavoro teatrale; ascolto, ritmo, capacità di creare e improvvisare sulla musica, inserire suoni e paesaggi sonori nella partitura fisica sarà una elemento costante di approfondimento e studio.
- Poetiche della fisicità: come il corpo può portare in scena la densità poetica di un’emozione, il suo mistero, la sua intensità? Lavoreremo sulla capacità di trasformare il corpo da veicolo fisico a significato poetico, dove ogni movimento diventa carico di una dimensione simbolica, ogni torsione un verso, ogni sguardo un’immagine.
- Il gioco del conflitto: si sperimenteranno esercizi volti ad esplorare la gestione dei conflitti nel gioco teatrale, e l’affinamento delle intenzioni nelle azioni fisiche, a partire da elementi del Metodo Stanislavskij-Strasberg,
- Improvvisazione e composizione collettiva: il laboratorio non è solo un’esplorazione individuale, ma una pratica di composizione collettiva, dove il corpo diventa materia fluida che si adatta e si fonde con quello degli altri. La ricerca si concentra sull’improvvisazione, che si fa strumento per la composizione immediata di immagini sceniche, in cui la spontaneità diventa una chiave per entrare in contatto con un linguaggio genuino e senza mediazioni.
- Emozione – corpo – voce: la voce organica, i risuonatori, i colori della voce, utilizzo drammatico di testi e canzoni.