La Scuola per Operatori Teatrali nel Sociale offre l’opportunità dello studio, dell’approfondimento e della ricerca sulle implicazioni terapeutiche del teatro per tutti coloro che desiderano un approccio creativo al lavoro in ambito sociale e terapeutico.
Applica un complesso di metodologie, che comprendono le tecniche d’improvvisazione, metodi analitici di percezione/osservazione del sé e dell’altro, allenamento fisico e vocale, l’immaginazione attiva, dinamica di gruppo, la memoria emotiva. I metodi mirano alla conoscenza del proprio sistema emozionale, al superamento degli automatismi gestuali, al risveglio del ritmo interno e della forza della voce e del movimento , in relazione allo spazio “teatrale” (gruppo familiare, culturale, sociale, ecc.)
Nell’ambito della Scuola viene offerta agli allievi l’opportunità di svolgere un’attività di tirocinio, seguendo le attività che il Teatro Nucleo svolge in diversi ambiti (scuole primarie, centri di aggregazione, centri di recupero per disabili psichici e fisici, case famiglia)
Ammissione / Modalità d’Iscrizione
L’ammissione alla Scuola e ai singoli workshop è riservata a laureati o laureandi in discipline umanistiche ed equipollenti, attori, educatori, animatori professionali, operatori sociosanitari.
Ogni workshop è metodologicamente autonomo.
E’ necessario inviare una domanda di Iscrizione con le seguenti informazioni:
Motivazioni per voler partecipare , Occupazione, Studi e esperienze lavorative e/o teatrali fatte.
Scelta consapevole di forma e contenuto: dal testo alla scena
Composizione di una coreografia teatrale
Analisi dei materiali teatrali proposti e costruzione di una bozza drammaturgica
Ruolo dell’osservatore / regista / coreografo teatrale
PERCORSO 2
14-15-16 febbraio
L’OSSERVAZIONE DEL CONFLITTO
Guardare e vedere. Osservazione non interpretativa
Lettura del comportamento attraverso il linguaggio non verbale
Il conflitto come tecnica d’indagine – finzione come invenzione e gioco
Auto osservazione, lettura, verbalizzazione, scrittura
Gestione dei conflitti nel gioco teatrale
PERCORSO 3
13-14-15 marzo
L’ATTORE POETA
Metodi d’improvvisazione. Metodo Stanislawskij – Actor’s Studio
Improvvisazione guidata.
Fiducia / Rischio / Fatica / Presenza / Rigore
Composizione. Principi della gestualità
PERCORSO 4
17-18-19 aprile
ESSERE IN AZIONE
Integrazione psico-fisica. Contatto fisico e contatto globale
Ritmo guidato: centri di energia – l’ascolto musicale come esperienza soggettiva
L’espressione personale “da dentro a fuori” e “da fuori a dentro”
Composizione coreografica : il movimento e l’emotività, movimenti a colloquio
La poetica della composizione
PERCORSO 5
15-16-17 maggio
MEMORIA EMOTIVA
Memoria: archivio dinamico dei sentimenti
Ricordi: immagini, sentimenti, emozioni
Governare il processo di sviluppo dei ricordi
Scritura dei ricordi e composizione drammaturgica
Trasformazione del ricordo in “momento” teatrale
PERCORSO 6
TRASFORMAZIONE DELLE ENERGIE LATENTI
19-20-21 giugno
Principi della gestualità e regole spazio temporali – osservarsi fare
Conoscere i centri di energia e usarli quali cassa di risonanza dei sentimenti
Oltre gli schemi corporali – Gesto e presenza
Il corpo e la voce che raccontano
Trasformazione dell’energia in immagine poetica
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Il Teatro Nucleo, fondato nel 1974 a Buenos Aires da Cora Herrendorf e Horacio Czertok con il primo nome di Comuna Nucleo e stabilitosi definitivamente a Ferrara nel 1978, è oggi una realtà composita dove diverse progettualità artistiche operano sul territorio cittadino, nazionale e internazionale, una cooperativa teatrale dove i fondatori e le nuove generazioni di attori e registi operano in sinergia con altre realtà associative e istituzionali. Teatro Nucleo vede il teatro come strumento di trasformazione sia per lo spettatore che per l’attore.Focalizza la sua attenzione sulla relazione che si crea tra questi curandone gli aspetti più intimi. È questa un’ottica trasversale che permea il suo agire: nelle produzioni, nella formazione, nella direzione artistica.
Il Teatro Nucleo proviene dalla tradizione che comincia con Stanislavskij, Mejerchol’d, Vachtangov e Strasberg sullo studio dell’emotività, della “verità”, della fisicità dell’attore e del personaggio nutrendosi anche delle ricerche sullo studio dello psicodramma teorizzato da Moreno e approfondito a partire dagli anni 60 in Latinoamerica da molteplici studiosi . Riceve con gli insegnamenti di Artaud, Grotowsky, il Living Theatre e l’Odin Teatret nuovi orizzonti. Sviluppa così, in oltre 40 anni un Metodo (codificato all’interno di un percorso formativo permanente) che oggi propone come opportunità di sviluppo professionale per attori e registi/drammaturghi, ma anche per operatori sociali, educatori, insegnanti e tutti coloro i quali credono nell’importanza del teatro come strumento pedagogico.
L’attenzione e lo studio delle implicazioni terapeutiche connaturate alla pedagogia dell’attore del ventesimo secolo hanno portato il Teatro Nucleo verso nuove metodologie pedagogiche sperimentando questo modello di pratica teatrale in svariati contesti, dalle prime esperienze nel 1977 nell’Ospedale Psichiatrico di Ferrara al progetto “EXODUS”, al lavoro che compie nella Casa Circondariale di Ferrara (dal 2005) e in altri contesti in cui il teatro si pone come strumento di trasformazione e inclusione sociale.
Con la scuola per operatori teatrali proponiamo un percorso che approfondisce la funzione sociale del teatro. Il teatro come metodo per estendere l’esperienza artistica a contesti non istituzionalmente dedicati alla fruizione e alla produzione artistica.
Informazioni
La scuola è triennale.
Ogni anno prevede 6 workshop a cadenza mensile . Il primo anno inizerà a gennaio terminerà nel mese di giugno 2020.
Orari degli incontri
venerdi: dalle 15 alle 19
sabato e domenica: 9,30/13 . pausa pranzo. dalle 14,30 alle 19
Sede
Teatro Julio Cortàzar Via Ricostruzione 40, Pontelagoscuro. Ferrara
Il costo di ogni singolo workshop è di € 150,00. Sconto studenti : 120 euro (è necessario dimostrare l’effettiva iscrizione a qualsiasi Università mediante adeguata documentazione)
La Escuela de Formación para Trabajadores Teatrales en el Ámbito Social aplica una combinación de metodologías, que incluye técnicas de improvisación, métodos analíticos de percepción y observación de uno mismo y del otro, la voz, la memoria emocional, la imaginación activa, etc. Los métodos aspiran a comprender mejor el propio sistema emocional, a superar los automatismos gestuales, a despertar el ritmo interior y la fuerza de la voz y a recuperar el movimiento en relación al espacio. Además estos métodos apuntan al conocimiento de sus propias máscaras, a experimentar los principios para el desarrollo del personaje teatral y a una comprensión de cómo transformar los conflictos en un juego estratégico.
Finalmente, la Escuela ha desarrollado una metodología que permite analizar los comportamientos, posiblemente, sin distorsión de carácter ético y moral o de interpretación. Puesto que el teatro es un juego de roles que toma siempre en consideración las zonas sombrías, ocupándose de un hipotético “otro yo”, pone en discusión los roles diarios y se ofrece como un campo de experimentación para una comunicación auténtica. Observar al otro, observarse uno mismo, ver en el ser visto, no constituye sólo una situación teatral, sino que determina todo tipo de relaciones terapéuticas.
Así como el trabajo del Teatro Núcleo se opone a interferir en la psique del actor, tratando de filtrar y eliminar los juicios de valores de cada observación, también intenta identificar y eliminar los elementos que se convierten, a menudo, inconscientemente, en elementos determinantes y cruciales del diagnostico. Entonces, la Escuela desarrolla una nueva perspectiva en abordar el contexto terapéutico y ofrece un soporte para una relación dinámica entre los pacientes y el personal terapéutico, entre los trabajadores sociales y los grupos respectivamente afectados.
Teatro Nucleo derives from the tradition started with Commedia dell’Arte (Comedy of Art) that continued with Stanislavskij, Mejerchol’d, Vachtangov and received completely new impulses from Artaud, Grotowski and the Living Theatre.
At the same time, it also represents a specific Latin American branch whereby psychodrama is developed by applying psychoanalysis concepts to the Stanislavskian methodology and is subsequently completed by the theories of Moreno, Pearls, Goffmann and Lowen.
The Training School for Drama Workers in the Social Care system offers an itinerary that enhances the social role of the artist.
The social role of the artist doesn’t end on the theatre stage but continues in the everyday’s life spaces. We propose Drama as a methodology for extending the artistic experience to circumstances that are not typically dedicated to the artistic fruition and production.
It is not sufficient to be simply actors to perform in contexts different from the theatrical stage. Equally it is not sufficient to be only social workers and educators to lead a group of not-acting individuals into somebody’s personal theatrical experience. We believe that a Drama trainer needs a specific knowledge of theatre but also needs to build other competences outside the theatrical context, nonetheless keeping a specific focus on the theatrical methods transmitted to date.
During these years, along with the parallel research and production activities, the teachers of Teatro Nucleo have developed a method that has been codified into a permanent training and which represents a valuable opportunity of professional growth for actors and directors but also for workers in the social sector, educators, psychologists, psychotherapists, psychiatrists and teachers. These categories have experienced an increasing demand for intervention in difficult social contexts and into which they could bring that magical medicine called “Theatre”.
Theatre is a form of role-playing that focuses attention on the shadow zones and talks about a hypothetical “other-self” and therefore puts in discussion the roles people have in the everyday’s life and represents an ideal ground for experimenting authentic communication.
Observing the others, observing ourselves, seeing while being seen are not only part of the theatrical experience but also constitute the basis of a therapeutic relationship.
By Cora Herrendorf and Barbara Chinaglia
The course is made of 160 hours to be attended annually for 3 years.
The training, aimed at developing specific skills functional to interacting in contexts other than the theatre, will encompass an accurate supervision by the teachers who will look after the students during the course and will also provide tutoring and support when the students develop their own projects.
The course can also be spread in 8 week-ends to be attended once a month between January and October, for a total of 160 hours per year for a duration of 3 years.
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