Regia Cora Herrendorf
Con Natasha Czertok, Martina Pagliucoli
Scenografie Teatro Nucleo
Costumi Ivonne Mancinelli
Disegno luci Franco Campioni
produzione Teatro Nucleo 2017/2018 col sostegno di Regione Emilia Romagna e Mibact

“PREMIO SPECIALE” 37° edizione Premio Città di Leonforte – sezione teatrale

Dame la mano è il proseguimento di una ricerca che Cora Herrendorf, co-fondatrice del Teatro Nucleo, porta avanti sul Teatro come metodo di ricerca storica nell’Universo Femminile.
Dame la Mano è infatti una ricerca intima sul femminile, uno spettacolo-ponte in cui la messa in scena si fonde al rituale.
La prima parte è affidata alla messa in scena, si potrebbe dire “il palco dell’esibizione” , in cui due donne mascherate in maniera archetipica e grottesca interpretano Le Serve di Jean Genet, opera imperniata sulla relazione tra due sorelle a servizio di una ricca signora e sul rapporto complesso e ambiguo di queste con “Madame”, per cui ogni giorno viene inscenato “il teatrino”, una pantomima attraverso cui a turno le sorelle scambiano i ruoli di serva/padrona, un meccanismo meta-teatrale che Genet creò come metafora degli “esseri prigionieri nel buio”.
La libertà dei loro movimenti espressivi è costipata, annunciata e mai del tutto liberata: le due stanno recitando il servile copione della propria vita. La stessa Madame, che le due serve cercheranno (invano) di avvelenare alla fine del testo francese, nello spettacolo è del tutto invisibile: simbolo di un potere che violenta in modo più subdolo e discreto.
Ogni gesto delle due donne è rivolto a lei, non compare ma potrebbe essere ovunque. La sua presenza è liquida come il potere, come Dio. Si insinua tra loro facendo scaturire ed esplodere il conflitto. Nell’evoluzione dello spettacolo la dimensione grottesca si contrappone a quella intima, una trasformazione che avviene attraverso un rituale, appunto, in cui le attrici abbandonano il ruolo e incontrano sé stesse.
Il copione lascia spazio alla poesia. La soggettività diventa danza, grazie ai testi sofisticati ed evocativi di Chandra Livia Candiani, Marina Cvetaeva, Gabriela Mistral,Wisława Szymborska con le loro sfumature e sguardi interni.

RECENSIONI

“Un piccolo capolavoro di perfezione formale e comunicazione emotiva dato da quell’ingegnoso intreccio sentimentale e ideologico che trasmigra dal testo genettiano ai versi delle poetesse più vicine all’universo delle donne”.
(Giuseppe Liotta – Hystrio)

Lo spettacolo è un viaggio che fugge dall’input letterario di Genet, corre e danza verso
una ricerca intima dell’essere femminile, lasciando il dubbio che per femminile si intenda
qualcosa di ancora più ampio del semplice concetto di donna. Il femminile come arte,
come creazione. Come movimento e vita.
(Manuela Rossetti – Krapp’s Last Post)

“Dame la mano è qualcosa di più di una denuncia della società e del potere sopraffattore:
è un bellissimo quadro lirico sull’importanza della poesia nella vita”
(Enrico Piergiacomi – Osservatorio teatrale. Università degli studi di Trento)

“Dame la mano diventa così funzione di un anelito di liberazione, la possibilità di una
comunicazione poetica a un livello più viscerale, ma non per questo meno profondamente
psichico, sociale e politico”.
(Daniele Rizzo – Persinsala)

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