Esercizi di libertà è la forma che il laboratorio di teatro-carcere condotto da Teatro Nucleo all’interno della Casa Circondariale G. Satta di Ferrara ha preso durante l’emergenza Covid-19. A seguito dell’impossibilità di accedere alla struttura detentiva, Horacio Czertok e Marco Luciano continuano a portare avanti riflessioni e condivisioni con i detenuti-attori in forma di corrispondenza, con uno scambio di lettere affidate alle educatrici e agli educatori, proseguendo così la pratica del teatro che è attiva nel carcere di Ferrara dal 2005 e che dal 2018 si sviluppa attorno alla produzione dello spettacolo Album di Famiglia.

 

Nella Casa Circondariale di Ferrara un gruppo di detenuti, che si modifica con il trascorrere del tempo, ha infatti inserito il teatro come parte della propria vita attraverso un percorso laboratoriale condotto da Teatro Nucleo. Nel laboratorio ogni incontro è un’esperienza in sé, che si inizia e si conclude ma, quando dall’accumulo di questa esperienza matura l’esigenza di uno spettacolo, gli incontri laboratoriali si trasformano in prove. È proprio attraverso gli spettacoli che la società può incontrare i detenuti aprendo un dialogo che va oltre la pena, lo stigma e i pregiudizi.

 

Il gruppo di lavoro oggi attivo, composto da 26 detenuti-attori tra i 21 e i 67 anni, si è formato in due anni di lavoro intenso e determinato intorno allo spettacolo Album di Famiglia: attraverso la figura di Amleto nelle varie riscritture del ‘900, da Heiner Muller a Laforgue, i detenuti hanno rielaborato le loro biografie con uno studio quasi antropologico sulla colpa, il lutto, l’eredità e il conflitto generazionale intorno al tema “padri e figli”, comune a tutte le Compagnie che fanno parte del Coordinamento Regionale Teatro-Carcere della Regione Emilia Romagna, di cui Teatro Nucleo è fondatore.

 

Album di Famiglia, presentato in forma di studio all’interno del festival di Internazionale a Ferrara e in diverse occasioni di incontro con gli studenti delle scuole superiori e dell’Università, sarebbe dovuto essere presentato nel mese di aprile al Teatro Comunale di Ferrara, dove già Teatro Nucleo ha messo in scena con la Compagnia di detenuti-attori Ascesa e caduta degli UBU (2018), Me che libero nacqui al carcer danno (2016), Cantiere Woyzeck (2012) – insignito anche della Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Schegge-da Totò a Beckett (2006).

 

L’emergenza Covid-19 ha invece fermato completamente le attività e qualunque ingresso esterno nelle carceri di tutta Italia, compresa la Casa Circondariale della città estense. A questo, Teatro Nucleo ha risposto ricercando e mettendo in campo una modalità alternativa per portare avanti il laboratorio, le relazioni, le riflessioni e l’ha individuata, in accordo con la Direzione della Casa Circondariale, nella forma della corrispondenza epistolare. 

Attraverso lettere, Horacio Czertok e Marco Luciano propongono “esercizi di libertà” al gruppo di lavoro, costituitosi nel tempo tramite il passaparola tra i detenuti, che si sono fatti personalmente garanti della serietà e dell’impegno delle persone a cui proponevano di entrare a far parte del laboratorio di teatro in carcere.

Input a cui i detenuti-attori possono rispondere in forme diverse, con poesie, racconti, disegni, canzoni, che continueranno ad alimentare lo sviluppo dello spettacolo Album di Famiglia.

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