“Una donna – Un uomo.
Si misurano attraverso codici affettivi arcaici, ontologici, familiari, moralistici, etici.
Nascono, si annusano ed imparano a parlare la stessa lingua.
Attraversano insieme l’inevitabile labirinto delle regole sociali, per tessere la propria identità. Scoprono, nella ragnatela di nodi già strutturati, la potenzialità di nuovi vincoli, dove pregiudizio e rinuncia al proprio essere non sono necessariamente il punto di partenza per dialogare.
La vitalità corporale, i gesti esplorati che sbocciano in coreografie, sono il risultato di una lunga e faticosa ricerca che ha permesso a Natasha Czertok di generare un’auto – drammaturgia, disegnata con i propri e suggestivi parametri concettuali ed emotivi. “ (Cora Herrendorf, regista del Teatro Nucleo)
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“…KNOT, in cui in scena i corpi di Natasha Czertok e Andrea Amaducci si scoprono nella loro fisicità naturale e nel fluire dei passi indispensabili per giungere ai vari sviluppi e passaggi della loro identità. E’ un primo risultato di un lungo lavoro che è partito dagli scritti di Ronnie Laing e che si è liberamente sviluppato in una forma che ritengo preziosa tecnicamente e anche dal punto di vista poetico.”
(Federico Toni,direttore artistico di Tracce di Teatro d’Autore)
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“…Fuoristrada – proposte di compagnie emergenti…che proponevano una vetrina di giovani danzatori e coreografi ognuno con un proprio lavoro originale Una citazione la voglio fare per Knot, uno spettacolo dove per 45 minuti circa l’aggrovigliato passo a due dell’uomo e della donna si annoda e si snoda all’infinito, come se si trattasse di due corpi galleggianti legati ad un filo e in preda ai vortici delle rapide di un fiume.”
(Annarosa Gessi, giornalista)
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