TEATRO COMUNALE DI FERRARA 28 aprile 2016 h 21

Il Teatro della Casa Circondariale di Ferrara presenta

Me che libero nacqui al carcer danno”

Drammaturgia sulla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso

in collaborazione con Paolo Billi

Regia di Horacio Czertok, in collaborazione con Andrea Amaducci

Produzione Teatro Nucleo, col patrocinio del Comune di Ferrara- ASP, nell’ambito del progetto del Coordinamento Regionale Teatro Carcere

Musiche  Gianfranco Placci e Roberto Manuzzi su partitura originale di Federico Fantoni.

In collaborazione con il Conservatorio “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara

Costumi Maria Ziosi

Video Marinella Rescigno.

Foto Cristiano Lega.

Con gli attori detenuti del Laboratorio Teatrale della Casa Circondariale di Ferrara:

Lesther Batista Santisteban, Desmond Blackmore, Federico Fantoni, Mario Fantoni, Alberto Finessi, Sotirios Kalantzis, Lefer Kuli, Peter Omozogie, Edin Ticic, Simone Zappaterra.

***

Sullo spettacolo

La Gerusalemme libera.

O musa / rischiara il mio canto

Torquato Tasso

Dalla Gerusalemme abbiamo scelto di lavorare soprattutto sul “Combattimento di Tancredi e Clorinda”. Ci troviamo l’essenza della tragedia. Combattere senza requie né respiro contro un altro che ci pare un nemico mortale e che ne dà a noi quante ne prende. Finché uno cade affogato nel proprio sangue. E quando la pietà si impone sopra la soddisfazione della vittoria, dell’avercela fatta, scoprire che hai ucciso ciò che più al mondo ami, ciò che fino a quel momento ha dato senso al tuo esistere. Clorinda muore, ma Tancredi non potrà più combattere: temerò me medesmo; e da me stesso/ sempre fuggendo, avrò sempre appresso.

Tanto da capire. La complessità con cui procede il canto impone la riflessione su molteplici livelli. Cogliamo la sapienza del poeta nel scegliere e fare lavorare le parole e la metrica per costruire i sentimenti. Tutto è lì, in quelle sedici ottave, un messaggio in codice che dobbiamo scoprire. Di storie ne sentiamo tante oggi, dal telegiornale ai vari racconti, ai film e ai serial, persino da certe pubblicità ben costruite ed eseguite –le migliori menti della nostra generazione oggi lavorano per la pubblicità, mica per l’opera lirica. Là nel profondo ‘600 Tasso aveva solo quello per mostrare tanto, perciò ogni parola è impregnata, ogni verso conta. Prendere in consegna questo testo è accettare che ti modifichi, ti cambi, ti liberi.

Abbiamo lavorato pure con Monteverdi: il combattimento segna la nascita dell’opera lirica, e con questo cimento gli attori, molti provenienti da Paesi diversi, rendono omaggio a uno dei momenti più alti dell’arte italiana e occidentale.

Così, la Gerusalemme libera. La parola chiave è: cambiamento. Trasformazione. Come Tancredi cambia, guerriero sanguinario, alla vista dell’amore morto per sua mano ahi vista, ahi conoscenza, così si trasforma l’attore che lo interpreta attraverso la poesia che gli lavora dentro.

 

 

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