Il Laboratorio teatrale della Casa Circondariale di Ferrara – Teatro Nucleo

presenta

CANTIERE WOYZECK
Sperimentazione sul Woyzeck di Georg Buchner

Giovedì 11 Ottobre, ore 21.00 – Teatro Comunale di Ferrara

 

Spettacolo Woyzeck , presentato al Teatro Comunale di Ferrara nel 2011, parte del progetto Teatro Carcere che il Teatro Nucleo tiene presso la casa circondariale di Ferrara

Il Laboratorio Teatro Nucleo nella Casa Circondariale di Ferrara
presenta
“Cantiere Woyzeck”, sperimentazione sul Woyzeck di Georg Buchner.
Regia Horacio Czertok, in collaborazione con Andrea Amaducci
Collaborazione alla scena e costumi Remi Boinot e Maria Ziosi
Video Marinella Rescigno
Produzione Dora Fanelli
Con gli attori-detenuti della Casa Circondariale di Ferrara :
Dal vivo
Rocco Cardilli, Jalphed Ehichioya, Gianni Lasagni, Simone Zambardi
Hanno inoltre partecipato
Domenico Abbagnale, Giovanni Alfiero, Ionut Atanasoai, Avni Avduli, Montassar Ayar, Lesther Batista, Antonino Bensaia , Desmond Blackmore, Luigi Bortoni, Vito Burgioli, Marco Calura, Giuliano Costantini, Walid Couadria, Mohamed Ali Chalbi, Massimo Chiodi, Mohamed Dhaouadi, Giuseppe Diano, Gianni Donati, Cosimo D’Oronzo, Vincenzo Ercolano, Alberto Finessi, Astrit Gjika, Gianni Giuriolo, Nabil El Jadraoui , Aziz Jouari, Hicham Lambarki, Lorenzo Madonna, Salvatore Marra, Tempestino Marrocoli, Gentian Maskshia, Davide Mesfun, Amzil Mouad, Mohamed Nafati, Karim Nefissi, Giuseppe Paone, Agostino Petruzzelli, Antonio Pirozzi, Luan Puja, Fabio Raducci, Raffaele Rambaldi, Edin Ticic, Giovanni Sagliocco, Agim Selimi.
E con
Andrea Amaducci, Morena Debastiani, Davide della Chiara, Moncef Aissa, Silvan Squerzanti, Anidia Villani.

Il Laboratorio Teatrale della Casa Circondariale di Ferrara è attivo sin dal 2005, con carattere di continuità. Svolge un’attività al contempo pedagogica e produttiva, rivolgendosi sia alla popolazione carceraria che alla cittadinanza, attraverso la realizzazione di prove aperte ed spettacoli aperti anche a pubblico esterno in carcere. Compatibilmente con le diverse situazioni giudiziarie realizza spettacoli nei teatri cittadini. È patrocinato dal Comune di Ferrara e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara.
Lo spettacolo
Agli inizi del XIX secolo, Georg Buchner incappa in una notizia sul giornale: un barbiere, Woyzeck, ha ucciso l’amata e viene perciò condannato a morte. Gli atti del processo lo colpiscono. Non scrive un vero e proprio testo, la morte lo sorprende giovanissimo : lascia una serie di scene. La leggerezza però e la concretezza con cui viene trattata la storia, in grande discontinuità con lo stile dell’epoca, ne fanno un’opera rivoluzionaria, che segna la nascita del teatro contemporaneo.
Abbiamo esplorato, in successivi allestimenti, con decine di detenuti-attori, tutti i temi che si sprigionano da questo testo: l’amore sognato e tradito, l’essere padre, l’amicizia, la dimensione metafisica: i tamburi nel cielo, la subordinazione, il gioco del potere, la sperimentazione sui corpi umani, l’istigazione al crimine, il delitto, le conseguenze del delitto. Woyzeck combatte per un’idea, per la dignità.
Buchner immagina Woyzeck come un soldato un po’ strano, inquieto, che percepisce forze invisibili agli altri. Ha una bellissima compagna, Marie. Tutti gliela invidiano. Non possono sopportare che questa donna abbia scelto proprio lui, l’ultimo degli ultimi. E provano a distruggerlo, prendendosi gioco di lui. Il capitano, di cui è attendente, lo provoca nello spirito. Il dottore ne fa l’oggetto di esperimenti pseudoscientifici e lo tormenta nel corpo. Il cappellano fa il proprio sull’anima. Il personaggio del Cappellano non c’è nel testo originale se non nella menzione che ne fa il Capitano, abbiamo scelto di integrarlo. Insieme, tutti aizzano il Tamburmaggiore a sedurre Marie. Riescono ad accendere in Woyzeck il dèmone della gelosia, che lo porta ad uccidere Marie.
L’allestimento che vedremo risulta da un lavoro fatto dentro il carcere con i detenuti-attori, i quali incontrano sul palcoscenico per la prima volta (se escludiamo il lavoro fatto con il video, che ha consentito lo scambio a distanza) altri artisti, tra cui ex detenuti che hanno fatto parte del laboratorio quando erano in carcere e attori formati nel Teatro Nucleo.
Ad una narrazione realistica abbiamo preferito lavorare per immagini e musica. Lo spettacolo inizia quando tutto è ormai finito: Woyzeck è stato processato e condannato a morte. E’ in cella e aspetta l’ora della morte. Evoca i momenti che lo hanno condotto qui.

Le scene:
I. Al centro della scena Woyzeck con i ceppi alle mani nella sua cella di condannato.
Sullo sfondo immagini di una caserma abbandonata.
Si sentono i passi dei soldati che marciano.
Appaiono la Nonna e Marie, che evoca col canto il dolore della reclusione.
II. Appaiono il Dottore e il Tamburmaggiore, il quale issa Woyzeck che rimane appeso per le braccia.
Mentre il Tamburmaggiore tormenta Woyzeck, il Dottore spiega l’esperimento che sta compiendo su di lui.
Quando finiscono se ne vanno lasciandolo appeso.
III. Entra il Cappellano che accoglie il corpo di Woyzeck, il quale rimane disteso.
Il Tamburmaggiore entra in campo, si rivolge a Marie, le mette un orecchino rosso, insieme accennano un
passo di danza. Woyzeck osserva straziato.
IV. Woyzeck si alza, corre, canta il suo dolore.
V. Entra il Capitano, ha luogo il dialogo tra lui – con le parole di Buchner – e Woyzeck col canto. Alla fine
Il Capitano si ritira, contrariato.
VI. Woyzeck si rivolge a Marie, le toglie l’orecchino rosso.
La Nonna racconta una fiaba nera.
VII. Woyzeck affronta il Tamburmaggiore, le restituisce con forza l’orecchino. Combattono. Alla fine Woyzeck
rimane a terra, sconfitto. Canta.
VIII. Entra il Cappellano e provoca Woyzeck con il racconto biblico di Giobbe.
Lasciato solo, Woyzeck canta una preghiera.
IX. L’assassinio: Marie dice Come è rossa la Luna che spunta
Woyzeck: Come un ferro insanguinato. A distanza, fa il gesto della pugnalata.
Marie canta la sua propria morte.
X. Woyzeck guarda le sue mani insanguinate. Si accuccia sulle ginocchia della Nonna.
Il Dottore dice: un bell’ omicidio davvero, un omicidio a regola d’arte, proprio un bell’ omicidio. Meglio di così
non si poteva pretendere, da un pezzo non ne capitava uno così.

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regia Horacio Czertock

 

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