Teatro Studio – Rassegna “In Metamorfosi”
14 Dicembre 2018 ore 21

Dame la mano
testi liberamente tratti da Le Serve di J.Genet, le poesie di Chandra Livia Candani, Marina Cvetaeva, Gabriela Mistral, Wisława Szymborska

Regia: Cora Herrendorf
Attrici:  Natasha Czertok, Martina Pagliucoli
Disegno luci: Franco Campioni
Produzione: Teatro Nucleo
Dame la mano è il proseguimento di una ricerca che Cora Herrendorf, co-fondatrice del Teatro Nucleo (1974), porta avanti da diversi anni sul Teatro come metodo di ricerca storica nell’Universo Femminile. (Nel 2007 crea Donne Comunitarie, gruppo teatrale formato da donne di diverse generazioni e ne dirige gli spettacoli “Signora Memoria-viaggio nella memoria femminile”, “La Balera di Filomela” spettacolo sulla violenza contro le donne e “Asylum-il manicomio delle attrici”, omaggio all’arte poetica di Alda Merini e ricerca sull’esperienza dell’internamento manicomiale.)
Lo spettacolo tira un lungo filo che ha origine negli anni 80 quando la Herrendorf lavorò ad un primo montaggio ispirato a Le Serve , intitolato “A Media Luz” e interpretato dagli attori Paolo Nani e Antonio Tassinari.
Riprendendo lo stesso testo a quasi quarant’anni di distanza, e in un clima sociale e politico che tende a legittimare offese e violenze di impronta maschile, la scelta ricade su due attrici e diventa – anche – una ricerca sul femminile . Qui la messa in scena e il meccanismo complesso e misterioso del “teatro nel teatro” si fondono col rituale, in una scrittura scenica che prende vita da improvvisazioni, partiture coreografiche e da una ricerca che vede regista e attrici impegnate a scavare in un territorio altrettanto misterioso : quello dell’anima femminile, dell’essere donna più intimo, profondo, nascosto, talvolta inconfessabile.
Ne Le Serve di Jean Genet, opera incentrata sulla relazione tra due sorelle a servizio di una ricca signora e sul rapporto complesso e ambiguo di queste con “Madame”, ogni giorno viene inscenato “il teatrino” , una pantomima attraverso cui a turno le sorelle scambiano i ruoli di serva/padrona, indossando gli abiti di Madame quando lei non c’è,un meccanismo meta teatrale che Genet creò come metafora degli “esseri prigionieri nel buio”
La nostra Madame è tanto invisibile quanto presente.
Ogni gesto è rivolto a lei, non compare ma potrebbe essere ovunque. La sua presenza è liquida come il potere, come Dio . Si insinua tra loro facendo scaturire ed esplodere il conflitto in maniera grottesca .
 D’altronde, nelle indicazioni alla messa in scena ( “Come recitare Le Serve” ), Genet conclude con un appunto, cioè un invito : “Bisogna a un tempo crederci e rifiutarsi di crederci, ma poiché ci si possa credere occorre che le attrici recitino non secondo un modulo realistico”.
“La vastità lirica sposa così una composizione coreografica e drammaturgica di altissimo livello, aprendo l’attenzione all’immaginazione visiva e sonora”.
Daniele Rizzo recensisce su Persinsala Teatro “Dame la mano” di Cora Herrendorf con Natasha Czertok e Martina Pagliucoli, al suo debutto nazionale a Napoli all’interno di Matamoros Festival” (dalla recensione di Daniele Rizzo su Persinsala) > VAI ALLA RECENSIONE DI DANIELE RIZZO SU PERSINSALA.IT

 

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